“A refrische ‘e ll’anime d’ ‘o priatorio” e il culto dei morti a Napoli
“A refrische ‘e ll’anime d’ ‘o priatorio”, il significato del proverbio e il culto delle anime al Cimitero delle Fontanelle
Uno dei luoghi più suggestivi e spirituali di Napoli è il cosiddetto “Cimitero delle Fontanelle”, un antico cimitero partenopeo situato nel cuore del Rione Sanità.
Il proverbio “A refrische ‘e ll’anime d’ ‘o priatorio” è legato proprio a questo luogo misterioso in cui si intrecciano sacro e profano.
Il cimitero è conosciuto poiché si svolgeva il rito delle “anime pezzentelle”: le anime povere, di persone con poca disponibilità economica, venivano riposte in fosse comuni e in un certo senso abbandonate. Solitamente a visitare il cimitero erano persone appartenenti ad un ceto sociale basso, che decidevano di adottare e prendersi cura di un determinato cranio di un’anima (detta appunto capuzzella) in cambio di protezione.
Al teschio prescelto spesso veniva associato un nome, una storia vissuta e si creava un altarino abbellito da rosari, fazzoletti e ricami. Le anime adottate erano bloccate nel purgatorio e la benevolenza delle persone, attraverso le preghiere, le sollevava dalle pene. L’alleviamento da una pena in napoletano si traduce con rifrisco.
Da qui nasce la famosissima espressione che si ritrova nelle preghiere rivolte a queste anime: «A refrische ‘e ll’anime d’o priatorio», ossia ad alleviare le pene del Purgatorio.
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