Scuole: regioni contro Azzolina, si riapre dopo la befana
Le regioni chiedono la riapertura delle scuole dopo le festività natalizie remando contro la ministra Azzolina
Nella riunione della Conferenza Stato-regioni, convocata in vista del prossimo decreto che conterrà le misure da attuare dal 4 dicembre, le regioni e i sindaci remano contro Azzolina.Sono stati loro, ora a chiedere la DAD sino a dopo le vacanze di Natale.
Come riporta Il Mattino, a questa conferenza, fatta rigorosamente a distanza, hanno preso parte il commissario Domenico Arcuri, attualmente commissario straordinario per l’emergenza covid, il ministro della Salute Roberto Speranza, il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli e il presidente dell’Anci Antonio De Caro.
Poi ancora vari i presidenti delle regioni tra cui Giovanni Toti, presidente della Liguria, che ha discusso con i colleghi degli eventuali rischi che si corrono riaprendo le scuole prima delle festività natalizie tra cui quello di dover poi mettere in isolamento gli eventuali positivi, proprio a Natale.
Il laziale Zingaretti, ha, prontamente, più volte ripetuto che la decisione non spetta di certo ai politici, bensì ai virologi.
Nuovamente Toti, è intervenuto, in veste di vicepresidente della Conferenza regionale, per affermare che unanimamente le regioni hanno ritenuto opportuno suggerire al governo di prorogare al 7 gennaio la riapertura scolastica. E il governo pare accogliere di buon grado la richiesta del rientro in classe, dopo l’epifania.
Contrari a questa richiesta invece sono i 5S che difendono Azzolina, ministra all’istruzione, che si sta da giorni battendo per tenere gli istituti aperti, essendo l’Italia l’unico paese europeo con gli istituti scolastici chiusi.
Molti i ragazzi che sui social le hanno posto quesiti in merito all’incertezza sul se tornare o meno tra i banchi e nel rispondere ad essi, la ministra ha ribadito: “Sto lavorando per riportarvi quanto prima a scuola. È importante farlo. Serve prudenza, dobbiamo essere cauti e fare delle scelte. Credo che la scuola sia la priorità del Paese, ne va del vostro futuro”.
Tra le altre richieste messe a punto dai presidenti di regioni vi è la chiusura delle frontiere nel caso non si riaprissero gli impianti sciistici e a proposito di ciò Boccia ha affermato: «riapriranno quando l’epidemia si sarà raffreddata. Speriamo nel giro di un mese, un mese e mezzo. I ristori saranno garantiti per tutte le attività che non potranno aprire».
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