Roberto Saviano:”Diego è felicità ma per le battaglie preferisco Muhammad Alì”
Roberto Saviano su Maradona: “Per scelte e battaglie preferisco Muhammad Alì”. Il commento dello scrittore dopo la morte dell’idolo
Roberto Saviano, a seguito dell’addio più triste di ieri, in un’intervista alla Stampa ha parlato del Pibe de Oro.
Lo scrittore napoletano ha ripercorso un po’ la vita di Diego Armando Maradona e ha descritto le debolezze che hanno portato il celebre calciatore a compiere delle scelte.
IL COMMENTO DI SAVIANO SU MARADONA
“Credevo fosse immortale. Maradona coincide con la mia infanzia. E la sua morte ne è la chiusura definitiva. Tutti i ricordi più felici, quasi tutti, sono legati a lui.
Diego per me è stato riscatto, felicità e desiderio. L’incarnazione del talento che ce la fa. – Prosegue lo scrittore – La compensazione per tutto quello che Napoli non ha mai avuto. Per quanto fosse un uomo vicinissimo a personaggi corrotti e ad ambienti terribili, in campo manteneva la regola del piacere e della lealtà del gioco”.
Saviano si focalizza anche sulla camorra e sullo stile di vita del calciatore: “La malavita comprende le sue debolezze e le usa per tenerlo in scacco. Con la droga, con le prostitute e poi, anche se non c’è mai stata una sentenza, forse con uno scudetto consegnato al Milan perché diversamente ci sarebbero state troppe scommesse da pagare. La solitudine, la debolezza e l’ignoranza lo hanno portato alla frequentazione di personaggi come i Giuliano.”
Continua: “Il calciatore è stato un miliardario e un evasore, ma in qualche misura ha sempre considerato se stesso al servizio della comunità. Grazie alla magia dei suoi piedi l’infelice poteva tornare felice. Era nato in miseria e stava con il popolo, ma nessuno avrebbe resistito a quella pressione. Le richieste di soldi, di amicizia, di raccomandazioni. E sessant’anni, per la vita che ha avuto, sono un traguardo fin troppo maturo”.
Roberto Saviano definisce immortale Diego, ritenendo le sue gesta superiori a quelle di Pelè e Messi, ma come sportivo preferisce Muhammad Alì.
La sua conclusione: “Per scelte di vita, per battaglie e per visione. Ma Maradona mi appartiene, è parte della mia storia”.
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