Unità di Crisi: “Campania a un passo dalla zona arancione”
Secondo l’Unità di Crisi regionale, la Campania diventerà presto zona arancione in seguito agli aggiornamenti dei dati su contagiati e ricoveri. Italio Giulivo: “Sarei perplesso se dovessimo rimanere zona gialla”
Nei prossimi giorni la Campania potrebbe diventare “zona arancione” nell’ambito della tripartizione attuata dal Governo sulla base dell’indice di gravità della situazione sanitaria. Italo Giulivo, coordinatore dell’Unità di Crisi della Campania, lo ha comunicato all’Ansa questa mattina. Secondo Giulivo, la saturazione del sistema sanitario regionale e la crescita costante dei contagi potrebbero portare il Governo a rivedere la collocazione della regione, sulla base dei dati più recenti.
“La Campania è zona gialla – spiega Giulivo – perché il Governo ha interpretato la situazione al 25 ottobre che era migliore perché avevano assunto misure più cautelative rispetto al resto del Paese. Io penso che con l’analisi dei nuovi dati, prevista nei prossimi giorni, potremmo diventare zona arancione e ciò confermerebbe le nostre preoccupazioni. Sarei perplesso se dovessimo rimanere zona gialla”.
Campania zona arancione. Cosa significa?
Cosa comporterebbe l’ingresso in zona arancione? Innanzitutto, la chiusura di bar e ristoranti, limitazioni alla mobilità con divieto di spostamento al di fuori del comune di residenza, salvo comprovati motivi di lavoro, studio, salute, necessità, per i quali sarà necessaria un’autocertificazione. Resta, ovviamente, il divieto di qualsiasi spostamento nella fascia oraria che va dalle 22:00 alle 05:00, salvo per i motivi già citati.
Il passaggio della Campania verso una zona a rischio più elevato era, in realtà, apparsa scontata già in occasione dell’ultimo DPCM. Il parametro che aveva fatto in modo che la regione fosse collocata in zona gialla è l’indice Rt (l’indice di trasmissione del contagio), il quale rappresenta uno dei parametri più incidenti scelti dal Governo. In Campania era rimasto sotto controllo fino a qualche settimana fa, ma ora non è più così.
Ma il vero punto debole della regione sta nel sistema sanitario. Con il progressivo riempimento dei posti di degenza ordinaria e di quelli in terapia intensiva, il rischio concreto è quello della saturazione. In quel caso, in mancanza di posti, i medici potrebbero essere chiamati a dover scegliere tra chi curare e chi no. E già da alcuni giorni, all’esterno dell’ospedale Cotugno si registrano code di auto e ambulanze. Per questa situazione, Giulivo fa un appello ai cittadini: “Se vado a prendere il sole sul lungomare in maniche corte e prendo la brezza di novembre, posso avere la tosse e un po’ di febbre e voglio andare al pronto soccorso. Magari coprirsi meglio o stare a casa sono segni di responsabilità e autoprotezione”.
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