Il Napoli è la migliore squadra del campionato. La magia di De Laurentiis
Il Napoli è ritornato: gioco e divertimento, in campo e per i tifosi. Risultati e gol sono la ricetta di Gattuso per la migliore squadra della Serie A
Napoli – Atalanta 4 a 1. E’ l’ultimo risultato, in ordine di tempo. Un’altra vittoria degli azzurri, sul campo, che sancisce uno score più che positivo nelle prime 4 giornate (escludendo la sconfitta a tavolino contro la Juventus ndr).
Il Napoli, attualmente, al netto delle altre partite che si disputeranno oggi, è reduce da tre vittorie con 12 gol segnati e 1 subito (sul campo).
Ma in questo frangente, oltre ai numeri, vogliamo parlare anche di tutto quello che c’è dietro, del grande lavoro effettuato per arrivare a tali risultati, forse neanche lontanamente immaginati qualche mese fa. E scriveremo del perché il Napoli è la migliore squadra del campionato di Serie A.
Partiamo dall’inizio, da quando il Napoli toccò il fondo. Era l’autunno scorso e Ancelotti stava per essere esonerato dopo l’ennesima debacle: una squadra sfilacciata, che aveva perso qualsivoglia mordente dimostrato fino ad allora. Poi il caos, il Salisburgo, l’ammutinamento, le multe. E le sconfitte, che si susseguivano.
L’ARRIVO DI GATTUSO
Gattuso entra in scena e comincia il suo lavoro, in sordina. Comincia a creare l’inimmaginabile. Comincia a plasmare il Napoli. A piccoli passi il buon Ringhio entra nella testa dei giocatori, anche quelli meno utilizzati, tocca le giuste corde e da quella carica che era venuta a mancare. Il Napoli si riaccende.
Si anellano vittorie e buone prestazioni; è ovvio, non mancano passi falsi ma il cammino era già segnato. Chi gode del potere della lungimiranza già iniziava a leccarsi i baffi.
Gattuso chiude al settimo posto il campionato, con 62 punti, e si qualifica per la fase a gironi dell’Europa League: ecco il primo merito, aver portato una squadra, ritornata squadra, in una coppa europea nonostante il tribolante inizio di stagione.
IL RITIRO DI CASTEL DI SANGRO
Poi la pausa, seppur breve, fino all’inizio del ritiro di Castel di Sangro. Qui, mister Gattuso ha la possibilità di conoscere più a fondo i propri giocatori (più di quanto avesse fatto da subentrato a metà campionato). Il lavoro, lo scherzo, la garra, la tempra di Gattuso vengono assorbiti giorno per giorno da tutti i componenti dalla rosa: diventano tutti importanti.
Si combatte su ogni palla, si corre, ma soprattutto ci si diverte Il Napoli è tornato ed è tornato a divertirsi. E sugli spalti di campi di allenamento si percepisce di nuovo quella gioia perduta. Il talento non è mai mancato ma ora si è innescata la sua scintilla.
Nel frattempo il mercato porta dei nuovi innesti: una follia economica (in tempi di crisi ndr) per l’acquisto di Osimhen, e Petagna, danno a Gattuso i centravanti utili e duttili per cambiare la modalità di gioco; arriva Rrahmani per rinforzare la difesa, che nel frattempo vede ancora tra le sue fila il colosso Koulibaly che non ha ceduto alle lusinghe inglesi. Poi l’acquisizione in prestito di Bakayoko, per dare muscoli e qualità al centrocampo azzurro.
Il Napoli è completo: la squadra è fornita di ottimi 11 titolari e ha una panchina lunga. Gattuso ha la possibilità di smussare le ultime lacune e provare con l’interpretazione di diversi moduli. Si inizia così a rafforzare il concetto del 4-3-3 (tipico napoletano) e a rafforzare l’idea di un 4-2-3-1 più offensivo ma che ben si presta alla squadra grazie alle caratteristiche dei calciatori.
L’INIZIO DEL CAMPIONATO
Riparte il campionato ed è subito vittoria: il Napoli vince a Parma con due gol e con la porta inviolata. La domenica successiva, al San Paolo si presenta il Genoa e il finale è lo stesso: vittoria azzurra con risultato tennistico (6 a 0). Poi il panico generato dal virus. Il Napoli è costretto a dare forfait per la terza partita contro la Juventus e il giudice sportivo decreta la sconfitta a tavolino per gli azzurri: seguiranno polemiche e ricorsi. Infine, la partita di ieri; l’avversario è tutt’altro che semplice, l’Atalanta. Risultato acquisito già al primo tempo. Il finale è 4-1 per il Napoli.
Non ci illudiamo, sono solo quattro partite ma quello che si vede era del tutto inaspettato, soprattutto da più addetti ai lavori che vedevano il Napoli molto dietro nella griglia di partenza.
Ma veniamo al dunque e lo facciamo con un confronto con le maggiori pretendenti al titolo italiano. Cerchiamo di capire perchè il Napoli è la migliore squadra italiana.
LA JUVE
Partiamo chiaramente dai campioni in carica della Juventus: i bianconeri hanno cambiato allenatore, allontanando Sarri. Pirlo, traslato dall’under 23 alla prima squadra, comincia il campionato con il diktat della società di giocare bene e vincere abbassando l’età media: si aggiungono 5 giocatori nuovi oltre al nuovo allenatore e a nuove idee. Sono i favoriti sulla carta perchè vincono da 9 anni ma il campo è un’altra cosa. Ci vorrà tempo per l’assimilazione dei concetti e le pressioni sulla squadra sono altissime. La Juventus rischia più di tutte.
L’INTER
L’Inter, che finì lo scorso campionato seconda, ritrova, dopo non pochi e quasi clamorosi ribaltoni, Conte in panchina. L’assetto tecnico della squadra è pressocchè lo stesso ma anche i nerazzurri acquistano 6 nuovi giocatori (più i ritorni di Nainggolan e Perisic), potenzialmente tutti titolari da integrare. Conte ha chiesto rinforzi e ha ampliato la rosa. L’inizio del campionato, al netto della sconfitta al derby, non è stato esaltante. L’Inter è stata etichettata come l’antiJuve, ha tutti gli occhi addosso. Il fallimento potrebbe essere dietro l’angolo.
L’ATALANTA
L’Atalanta di Giampiero Gasperini è la squadra che, a detta di molti, gioca il miglior calcio di tutti, in Italia. Ha iniziato l’anno vincendo le prime tre partite con una media sbalorditiva di 4 gol a match, fino a quando non ha incontrato il Napoli, che ha fatto ritornare i nerazzurri di Bergamo sulla terra. L’Atalanta corre molto e segna quantità di gol esorbitanti, ma non è granitica. La condizione ora è buona e in scia dello scorso anno. Reggerà? Ha integrato almeno 8 giocatori nuovi per una panchina carente. E’ la mina vagante del campionato ma, come ha dimostrato anche la scorsa stagione, ha subito il doppio impegno, complesso, tra campionato e Champions. Quest’anno sarà di conferma ma le difficoltà resteranno. La strada tracciata è delle più rosee per entrare nell’elite del calcio italiano ma per diventare grandi ce ne vuole e l’inesperienza può fare brutti scherzi.
LA LAZIO
La Lazio ha comprato 9 giocatori per la prima squadra. Inzaghi, ambitissimo da tutti per i risultati delle ultime stagioni, ha però iniziato il campionato con due sconfitte, un pareggio e un’unica vittoria. Ora i biancocelesti si trovano all’11mo posto e, dopo 4 giornate, hanno già 8 punti di distacco dalla capolista (il Milan). La Lazio sembra aver perso quelle sicurezze che l’hanno portata a competere con la Juventus per larghi tratti dello scorso campionato (fino al lockdown). Lotito, addirittura, comincia a nutrire i primi dubbi sulle conduzione tecnica della squadra e riemergono quelle ‘incomprensioni’ tra allenatore e dirigenza, solo assopite. Inoltre, anche gli uomini più importanti stanno venendo meno: non esaltati le prime prestazioni di Immobile che, al momento, non sembra quello dei 36 gol in Serie A. Gli aquilotti dovranno riemergere dal fondo per non ricadere in quella nomea di squadra da mezza classifica che spesso gli è stata affibbiata.
LA ROMA
La Roma è attualmente una squadra da metà classifica: Fonseca è stato confermato in
panchina nonostante il cambio dirigenziale. Negli ultimi anni la Roma ha sempre dimostrato di poter ambire a grandi livelli ma non si è mai assestata, complice anche le rovinose scelte societarie. Ha acquistato 5 giocatori: dopo la prima partita con la sconfitta a tavolino, è riuscita a vincere solo al terzo tentativo, in seguito al pareggio con la Juve (meriti dei giallorossi o demeriti altrui verrebbe da chiedersi ndr). La Roma è in costruzione perenne, in cerca di quel progetto che dovrebbe farla diventare finalmente grande. Nella partita secca la Roma può essere sicuramente fastidiosa, nel lungo termine (teoricamente) no.
IL NAPOLI
Il Napoli ha cominciato un percorso nuovo: Gattuso è ormai sulla panchina azzurra da circa un anno e conosce bene i suoi, che -come dicevamo prima- grazie a lui, hanno ritrovato carattere e dinamismo. L’osmosi calcistica tecnico-giocatori è riuscita. Ha avuto il merito di rivitalizzare Koulibaly, sicuro partente, che sembra essere ritornato ai livelli che conosciamo e che abbiamo imparato ad apprezzare. Ha resuscitato Lozano: il messicano (acquisto più oneroso della società fino allo scorso anno. 42 mln ndr) ha già messo a segno 4 gol in questo inizio di campionato ed è in forma suntuosa. Ha voluto fortemente Bakayoko per i muscoli del centrocampo e ha promosso l’inserimento di Osimhen: con lui il Napoli ha più profondità e soprattutto quella gamba che consente giocate diverse in tutto il reparto offensivo. Il Napoli ha fatto acquisti mirati, solamente nei punti dove ne aveva bisogno. I giocatori si conoscono bene e i nuovi acquisti, pochi, sono già inseriti. Il calcio di Gattuso si basa su idee semplici di difesa e attacco; l’unica incognita potrebbe essere la duttilità dei due moduli che il mister utilizza ma, al momento, il Napoli risulta essere la squadra più completa del campionato di Serie A.
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