Eruzione del Vesuvio, dai resti del 70 d.c. scoperti neuroni umani
Dai resti dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. trovate tracce di neuroni in un cervello vetrificato di una vittima
L’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., come tutti sanno, seppellì con pietre e lava Ercolano, Pompei e l’intera area vesuviana fino a 20 km di distanza dal vulcano.
Dai resti rinvenuti, appare una scoperta straordinaria. I ricercatori hanno trovato tracce di neuroni umani, all’interno di un cervello vetrificato di una delle migliaia di vittime.
La scoperta, come riporta Ansa, è contenuta in uno studio condotto in collaborazione tra più enti. Tra questi, i partenopei: Parco Archeologico di Ercolano e i ricercatori dell’Università di Napoli Federico II. E dalla collaborazione del CEINGE-Biotecnologie Avanzate, delle Università Roma Tre e la Statale di Milano e del CNR.
La ricerca è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista PLOS ONE. Quest’ultima, essendo multidisciplinare – secondo i ricercatori – potrà essere utile anche per la valutazione del rischio vulcanico.
Le ricerche in corso tentano di ricostruire a ritroso le varie fasi dell’eruzione. Si valutano i tempi di esposizione alle alte temperature e del raffreddamento dei flussi, che hanno importanza non solo per l’archeologia e la bioantropologia, ma anche per il rischio vulcanico. Queste ed altre informazioni che verranno dagli studi in corso potranno offrire importanti parametri per la gestione delle emergenze nell’area vesuviana.
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