Buon compleanno Mimì. Avrebbe compiuto oggi 73 anni la grande cantante che amava Napoli
Mia Martini, per gli amici Mimì, nacque il 20 settembre 1947. Fra le più grandi voci della musica italiana, era innamorata della nostra città
Mia Martini amava Napoli e tifava azzurro. Una delle più grandi artiste che la musica italiana abbia mai avuto aveva uno splendido rapporto con la nostra città, tanto che ad avvolgere la sua bara fu apposta una bandiera del Napoli. Mimì, così era chiamata dai suoi amici e dagli amati fans, nacque esattamente 73 anni fa a Bagnara Calabra, un piccolo comune in provincia di Reggio Calabria.
La storia
Seconda di quattro figlie, Mia Martini esordì giovanissima, a soli 16 anni, con il suo vero cognome. Alla base del progetto musicale della sua prima casa discografica, la CAR Juke Box, l’idea di lanciare Domenica Mimì Bertè come esponente del genere che impazzava in tutte le classifiche dei primi anni ’60: lo yé-yé. La giovane calabrese non riscosse il successo sperato in questo decennio, e nel 1969 fu anche arrestata perché in possesso di una sigaretta di marijuana.
Nel 1971, in seguito all’incontro con il produttore discografico Alberigo Crocetta, già scopritore di Patty Pravo, Domenica pubblicò il primo singolo con il suo nuovo pseudonimo: Mia – come la Farrow – Martini – uno dei brand italiani più noti all’estero. Padre davvero, uscito per la più nota e importante RCA Italiana, fu il primo di una serie di successi che portarono Mimì a vincere il Festivalbar, numerosi dischi d’oro e platino e a partecipare al Festival di Sanremo e all’Eurovision. Nel 1977, Mia Martini incontrò il celebre cantante francese Charles Aznavour, con cui partì per un tour internazionale che culminò nell’esibizione all’Olympia di Parigi nel gennaio del ’78.
Sembrava fosse tutto pronto per un importante step successivo: la consacrazione come artista internazionale. Ma Mia, cantante umile e non particolarmente avvezza ai lustrini e al glamour d’oltralpe, decise di rinunciarvi e di continuare a produrre musica italiana al 100%. E che musica: alla fine del 1978 uscì Danza, raffinato e poetico album scritto da un ancora non famosissimo Ivano Fossati. Mimì inizierà una storia con il cantautore genovese, che porterà tanta gioia mista a gran sofferenza all’artista calabrese.
La tormentata relazione non fu l’unica fonte di stress per Mia Martini: proprio in quegli anni iniziarono a sorgere le prime, tremende e insensate voci secondo le quali quest’ultima portasse sfortuna. L’appellativo di jettatrice sarà una costante della sua carriera da quel momento in poi; un appellativo che la costringerà anche ad interrompere la carriera per qualche anno dopo aver vinto il primo Premio della Critica (che fu poi intitolato a lei) a Sanremo nel 1983 con “E non finisce mica il cielo”.
Dopo essersi allontanata dalla scena musicale la quasi totalità del decennio, Mimì tornò a Sanremo nel 1989 con una delle sue canzoni più note, la splendida Almeno tu nell’universo. Scritta da Bruno Lauzi e composta da Maurizio Fabrizio nel 1972, fu donata a Mia Martini perché Lauzi pensava spettasse a lei cantarla per prima. Il ritorno alle scene le valse un altro Premio della Critica e una Targa Tenco all’interprete per il suo album Martini Mia…, con il quale si cimentò anche nella scrittura e composizione, firmando alcune tracce come l’ispirata Spegni la testa.
Mia Martini e Napoli
Fu proprio con l’album Martini Mia… che la cantante calabrese iniziò il sodalizio artistico con Enzo Gragnaniello, giovane cantautore napoletano che per lei scrisse, tra le altre, l’intensa Donna, canzone che affrontava il discorso della violenza di genere. Gragnaniello introdusse Napoli e la musica napoletana alla grande cantante, la quale scoprì un popolo caldo, autentico, assolutamente disinteressato alle terribili dicerie che la cantante si portava dietro da ormai quindici anni.
“Io sono pazza dei napoletani, sono innamorata di Napoli” dichiarò in un’intervista Mimì. E non era difficile da notare: iniziò a tifare gli azzurri, non perdendosi nemmeno una partita allo stadio, e omaggiò la musica napoletana in tutti i suoi concerti. Fino a scrivere una pagina importantissima della storia della nostra musica, quando cantò con Roberto Murolo Cu’ mme, composta per l’appunto da Gragnaniello.
L’artista è scomparsa ormai da 25 anni, anche per colpa di una ferita provocata dall’odio, dall’incomprensione e dall’invidia dello show business italiano, che mai era riuscita a superare. Ma la sua leggenda è rimasta, e Mia Martini è entrata nell’Olimpo della nostra musica, conquistando una riverenza che tra le cantanti italiane è stata concessa, forse, solo a Mina.
E anche il popolo napoletano non l’ha mai dimenticata: Cu mmè è ancora tra le canzoni più suonate dalle bande locali e ai piano bar di tutta la nostra provincia, e non è difficile ascoltare una canzone di Mia Martini mentre si passeggia fra le strade di Napoli.
Non l’abbiamo dimenticata perché era solare, semplice, intensa, passionale, tormentata, maledetta, vittima dell’invidia altrui ma sempre capace di sorridere alla vita e di allontanare chi ne parlava male: non l’abbiamo dimenticata perché era esattamente come noi.
E allora, nel giorno di quello che sarebbe stato il suo settantatreesimo compleanno, facciamo anche noi gli auguri alla grande Mia.
Buon compleanno Mimì.
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