L’Italia ha un problema di istruzione ed ora è evidente più che mai
Il grande seguito che è riuscito a convogliare il generale Antonio Pappalardo, colui che afferma che “il coronavirus non esiste, però si cura con lo yoga” è la manifestazione di un problema di istruzione con cui il nostro Paese dovrà fare i conti
Nella giornata di ieri hanno fatto molto discutere le immagini che ritraevano Piazza Duomo di Milano piena di persone. Il più grande assembramento dall’inizio della pandemia di Covid-19 in Italia: centinaia di persone ammassate, a stretto contatto e – manco a dirlo – senza mascherine. Ad aizzare la folla il “generale” Antonio Pappalardo, un passato da sottosegretario e un presente fatto di complottismo, negazionismo – senza disdegnare una tendenza al trash – ma anche di una serie di condanne e rinvii a giudizio per vilipendio. Un personaggio abbastanza singolare, tendente al grottesco e quasi di natura caricaturale è riuscito convogliare, in piena pandemia globale, alcune centinaia di persone, convincendole ad ammassarsi perché il coronavirus “è un grande inganno”.
Chi è, dunque, Antonio Pappalardo? Palermitano di 73 anni, ex generale di brigata dei Carabinieri in congedo dal 2006, riesce a diventare deputato nel 1992 e – addirittura – a farsi nominare sottosegretario alle finanze nel Governo Ciampi nel 1993. Questa esperienza, però, dura molto poco, in quanto una condanna per diffamazione ai danni del comandante generale dei carabinieri Antonio Viesti ne comporta le dimissioni. Da quel momento in poi tenta di rimanere in politica, saltando da un partito all’altro, da destra a sinistra passando per il centro senza tuttavia essere eletto.
Antonio Pappalardo: “Movimento dei forconi” e campagna per “arrestare Mattarella”
Dal 2016, di punto in bianco, tenta, grazie ad un uso rivedibile dei social network, di fuoriuscire dall’oscurità nella quale era piombato. Fonda così il “Movimento dei forconi” con l’obiettivo di notificare un ordine di arresto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella “in nome del popolo italiano”, ritenendo “abusiva” la sua carica. Unico risultato di questa scriteriata quanto grottesca azione – durante la quale tenta anche fisicamente di “dichiarare in arresto” il Presidente, generando in quel caso ilarità e un po’ di compassione intorno a sé – è quello di ricevere un rinvio a giudizio per vilipendio al Capo dello Stato. Non contento, fonda i “Gilet arancioni”, cercando di imitare i gialli dei cugini francesi.
Il coronavirus non esiste, anzi no… Si cura con lo Yoga
Tra le battaglie di questo movimento – oltre allo storico cavallo di battaglia di tornare a stampare lira italica – vi è quella dei vaccini. Secondo Pappalardo, infatti, i vaccini sarebbero uno strumento per “reprimere le libertà dell’individuo” e andrebbero “aboliti”. Stesso scopo sarebbe da attribuire anche a tutta la “farsa” del coronavirus, il quale sarebbe il risultato di un complotto che serve solo “a tenere il popolo agli arresti domiciliari”. E a chi gli chiede di fornire una prova incontrovertibile relativa a quanto afferma, risponde: “Un mio amico di Bergamo ha avuto i sintomi ed è guarito facendo yoga, perché l’uomo è fatto di fisico ma anche di mente“.
Il seguito del generale Pappalardo: un profondo problema di istruzione
Il fatto che un personaggio come il generale Pappalardo riesca a portare centinaia di persone in una delle piazze più importanti d’Italia in piena pandemia globale è qualcosa su cui riflettere in maniera approfondita. È qualcosa che va al di là delle idee, oltre le opinioni. È il segnale che l’Italia deve affrontare con serietà il problema dell’istruzione. Un istruzione che dovrebbe formare cittadini consapevoli, fornire gli strumenti necessari alla costruzione del proprio senso critico. Dare la capacità di discernere il vero dal falso, di documentarsi attraverso le fonti attendibili, di distinguere, in definitiva, i leader dai millantatori.
E invece, dopo anni di tagli all’istruzione in nome della spesa infruttuosa (leggasi “Alitalia”) e dell’assistenzialismo (da una parte) e delle privatizzazioni (dall’altra) ci ritroviamo di fronte ad un grave problema culturale. Un problema da affrontare se si vuole seriamente parlare di ripartenza. Nella letteratura economica mondiale viene posta da anni al centro del concetto di sviluppo l’importanza della formazione delle persone, il cosiddetto “capitale umano”. Economisti come Gary Becker, Amartya Sen, Joseph Stiglitz hanno addirittura vinto il Premio Nobel per aver posto la questione.
Salvaguardare il sistema democratico
Ma il problema va affrontato soprattutto per salvaguardare il sistema democratico. Ben venga, l’opposizione. Anzi, si tratta di uno dei capisaldi della democrazia, necessaria a scongiurare il pericolo di quella che Tocqueville chiamava “dittatura della maggioranza”. Ma non si dovrebbe mai perdere di vista il senso critico, arma senza la quale tutti più deboli e vulnerabili al raggiro. E se, dunque, bastasse un po’ di popolarità e qualche frase urlata a caso per ottenere sic et simpliciter la credibilità di migliaia di persone, allora il pericolo sarebbe serio e reale. Potremmo ritrovarci ad essere rappresentati da chiunque, da Andrea Diprè o Martina Dell’Ombra. E no, non dalla straordinaria artista Federica Cacciola, ma dal suo alter ego immaginario che manda “kissini” e sogna di fare l’influencer sovranista.
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