Coronavirus, quanti italiani sono stati realmente contagiati?
Coronavirus, ipotesi oscuramento dati. Quanti italiani sono stati realmente contagiati? Rispondono gli esperti
Coronavirus – Tanti sono i casi stimati dei contagiati ma non è possibile avere una certezza assoluta. Alcuni dei più noti esperti arriverebbero a pensare addirittura a 10 milioni di casi presenti nel nostro paese che sono effetti da Covid-19. Ma quanto può essere credibile un dato di questo calibro? Come ci sarebbero arrivati a stimare una cifra così consistente?
“Abbiamo fatto una valutazione di tutta la popolazione che lavora presso l’ospedale tra amministrativi e personale sanitario di vario livello e siamo arrivati a una percentuale globale intorno al 17-18 per cento che, se fosse rapportata su scala nazionale, corrisponderebbe a dieci milioni di italiani che sono stati già contagiati”. A parlare come ospite di “24 Mattino” su Radio24 è stato Paolo Gasparini, ordinario di genetica dell’Università di Trieste e direttore del Dipartimento di Diagnostica avanzata dell’Ospedale materno infantile Burlo Garofolo.
L’indagine di cui parla il professore ha riguardato tutti i circa 800 dipendenti dell’ospedale: il 18% del personale, non solo sanitari ma anche amministrativi, è risultato positivo, aveva contratto il virus senza manifestarne i sintomi, nemmeno lievi. Mentre quelli accertati erano solo l’1%. Infatti sembrerebbe proprio il dato degli asintomatici ad essere oscurato maggiormente, forse anche a causa dei mancati tamponi per questa categoria.
“La maggior parte dei positivi non riferisce nessun contatto diretto con malati. Quello che lascia perplessi è che i cinesi hanno pubblicato l’isolamento della sequenza del coronavirus a dicembre, questo significa che avevano già contezza dell’esistenza di un focolaio, poi sono andati alla ricerca del virus. E non lo fai per pochi casi, ma quando c’è un dato anomalo. Questo vuol dire che a ottobre il virus era già presente. Ma sapete quanti milioni di persone si sono spostate tra Cina ed Europa? Il virus sta circolando da molto tempo. Io stesso l’ho avuto senza particolari sintomi.”, continua Paolo Gasparini.
Ma secondo l’Istituto Superiore di Sanità il 90% delle persone in Italia non è venuto a contatto col virus. Questo vuol dire che una larghissima parte della popolazione è ancora suscettibile. Per avere l’immunità di gregge bisognerebbe avere circa l’80% di persone venute a contatto col virus e di conseguenza, vista l’attuale percentuale, siamo molto lontani dal target.
In Italia molti dei contagiati non sembrerebbero quindi stati individuati e dunque nel calcolare il rapporto tra decessi e infetti disponiamo di un denominatore stimato al ribasso. Un importante fattore di ragionamento è che tanto più il tasso di letalità rilevato si discosta dalla letalità teorica, tanti più sono i contagiati non individuati. Anche l’elevato numero di tamponi nel nostro paese farebbe ben pensare: laddove, infatti, si fanno più test, si scopre che la prevalenza dell’infezione da coronavirus, cioè la quantità di positivi rispetto alla popolazione, è molto più alta rispetto a quanto sembra nei paesi dove se ne fanno di meno.
Inoltre, come abbiamo già ampiamente detto e sentito, per evitare che il contagio continui ad essere molto diffuso bisognerebbe:
- testare la popolazione cercando di trovare tutti i positivi, anche tra gli asintomatici, in modo da isolarli per evitare la diffusione del contagio, ma anche individuare chi è già guarito dal virus ed è immune, pur non sapendolo;
- mantenere in casa la fascia di popolazione più a rischio, cioè gli over 65;
- iniziare a far uscire di casa i soggetti meno a rischio.
FONTE: TODAY.IT
Coronavirus, i dati del contagio in Campania, divisi per province
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