Comunità cinese a Napoli: proposta l’autoquarantena
La comunità cinese di Napoli ha ipotizzato l’autoquarantena di due settimane dopo il rientro dalla Cina. La proposta viene dal sindacato cinese
La comunità cinese di Napoli ha proposto, per evitare il contagio da coronavirus, una forma di autoquarantena di due settimane dopo il rientro dalla Cina.
La comunicazione è stata effettuata questa mattina dal sindacato cinese ed è stata protocollata all’Asl Napoli 1.
Il sindacato ha dichiarato di voler collaborare per evitare eventuali diffusioni di contagi.
Il modo più sicuro per farlo, secondo la comunità cinese, era quello di chiudersi nelle proprie abitazioni in autoquarantena.
La comunità chiedeva all’ASL strutture in cui permettere la permanenza dei soggetti non in possesso di un’abitazione, per un periodo di tempo di circa 2 settimane, in cui si sarebbe potuta eventualmente sviluppare la malattia.
Alla domanda veniva aggiunta anche la richiesta di materiale sanitario di sicurezza per garantire l’incolumità di coloro che avrebbero effettuato i trasporti.
L’ ASL ha immediatamente risposto, dicendo che non è prevista una quarantena generalizzata in assenza di un dubbio clinico amnesico.
La procedura scatta solo in caso di contatto con persone provenienti dalla zona del contagio che manifestino almeno qualche sintomo come tosse, febbre , difficoltà respiratoria.
In caso di sospetto, come suggerito dall’Asl alla comunità cinese, bisogna rivolgersi alle strutture competenti per la corretta presa in carico del caso.
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