Napoli, la città più pulita d’Europa per igiene nelle strade
Napoli, quando un decreto dei Borbone rese Napoli la città più pulita d’Europa. Nel XIX secolo il prefetto di polizia firmò il decreto sull’igiene delle strade
Napoli la più pulita d’Europa e simbolo di ordine nonché la prima a fare la raccolta differenziate.
Oggi la nostra città ha l’appellativo di “terra dei fuochi”, questo grazie a sconsiderati che hanno fatto di questa terra un ricettacolo di rifiuti altamente inquinanti. A questo si aggiunge la pessima gestione amministrativa delle istituzioni che ha contribuito a questo scempio.
Ma già nell’800 c’era un’oculata e responsabile gestione dei rifiuti. Le prime ordinanze nel meridione si ebbero nel lontano 1330, quando nella città di Palermo furono esposte delle ordinanze riguardanti la pulizia dei luoghi pubblici che obbligavano i bottegai a mantenere in ordine gli spazi davanti ai loro locali.
Re Ferdinando II di Borbone, fu il primo, nel 1832, a ordinare la raccolta differenziata, con un decreto che obbligava di mantenere l’igiene sulle strade.
Il Prefetto della polizia di Napoli, Gennaro Piscopo, firmò il decreto del 3 maggio 1832, con il quale si ebbero le prime pene detentive per i trasgressori.
Il decreto era composto di ben 12 articoli dove era indicata, tra le altre, la modalità della raccolta e le pene per i responsabili. Addirittura, in uno degli articoli, si faceva divieto di gettare dai balconi materiali di qualsiasi natura. Era vietato anche buttare l’acqua dei bagni e non si potevano nemmeno lavare o stendere panni lungo le strade abitate.
Chi trasgrediva a questo decreto era punito con multe salate o addirittura, in alcuni casi, con la detenzione.
Il decreto
Le disposizioni date dal prefetto nel decreto prevedevano: <<Tutt’i possessori, o fittuarj di case, di botteghe, di giardini, di cortili, e di posti fissi, o volanti, avranno l’obbligo di far ispazzare la estensione di strada corrispondente al davanti della rispettiva abitazione, bottega, cortile, e per lo sporto non minore di palmi dieci di stanza dal muro, o dal posto rispettivo e che questo spazzamento dovrà essere eseguito in ciascuna mattina prima dello spuntar del sole, usando l’avvertenza di ammonticchiarsi le immondezze al lato delle rispettive abitazioni, e di separarne tutt’i frantumi di cristallo, o di vetro che si troveranno, riponendoli in un cumulo a parte”. Poi aggiungeva che “Dovranno recarsi ne’ locali a Santa Maria in Portico, dove per comodo pubblico trovasi tutto ciò che necessita” ed inoltre il divieto “di gettare dai balconi materiali di qualsiasi natura>>.
Le autorità, già allora, si ponevano il problema della spazzatura, obbligando la popolazione alla raccolta differenziata, in particolare quella del vetro. Insomma, già si faceva un’importante riflessione sul problema dell’accumulo di immondizia, e come evitare di far confluire i rifiuti in un unica discarica.
E non è tutto: si hanno notizie certe che già dal 1787 a Napoli, in città e nella campagna, si attuava il riciclo degli alimenti, forse, serviva per creare un compost per coltivare la terra. Napoli è stata la città più pulita d’Europa, circa 150-180 anni fa, prima dell’unità d’Italia.
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Fonte: belsalento.com
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