Primo appuntamento al PAN del Napoli film festival
Mandati in scena i documentari per il primo appuntamento al PAN del Napoli film festival, standing ovation per “Cella zero”, opera prima di S. Esposito
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Per la prima giornata del Napoli Film Festival la direzione ha selezionato quattro documentari che sono stati visionati al PAN (Palazzo delle arti di Napoli).
Dalle ore 17.00 si sono susseguiti, non senza qualche problemino tecnico, il primo blocco di documentari in concorso : “Spose, alieni e santi” di I. Ammaturo, “I’m Festival” di A.Perisano e M.Vezza, “Cella zero” di S.Esposito e “Tempo pieno” di L. Cioffi.
“Spose, alieni e santi” di I. Ammaturo è il risultato di un progetto scolastico svolto con la classe IV CT dell’IS Archimede di Ponticelli , i ragazzi hanno lavorato bene e con impegno scoprendo, grazie alla regista I.Ammaturo, la forza espressiva del documentario.
I ragazzi hanno lavorato per ben quattro mesi al progetto riuscendo a comunicare sogni, problemi, vite, speranze e paure dei quattro personaggi riuscendo a mescolare nella narrazione il reale con il fantastico senza svilire il messaggio dato da ogni singola storia e complessivamente dal documentario stesso.
I’m Festival di A.Perisano e M.Vezza è il racconto di una magia che succede a Mardin, città a sud della Turchia, capolinea di culture e tradizioni diverse che convivono a pochi km dal confine Siriano. Mardin è un posto speciale, diverso da ogni altro luogo, è un posto dove una volta all’anno il circo itinerante di I’m Festival illumina, rallegra e colora la città, con l’intento di coinvolgere ed “educare” i bambini come ad esempio Ibrahim, filo conduttore di tutto il documentari.
Ibrahim è il rappresentante di tutti i bambini di Mardin che aspettano con ansia l’arrivo degli artisti che correndo, danzando, ballando, giocando ed educando tessono la struttura di un documentario di grande impatto che mostra il fantastico lavoro dell’associazione Her Yerde Sanat.
Terzo documentario in lista al PAN è stato il primo film di S. Esposito, Cella zero .
Cella zero prende il suo nome dall’omonima cella sita al piano terra del carcere di Poggioreale (Na), per tutti la cella zero è un luogo di tortura dove i detenuti vengono privati di ogni dignità, dove i codici morali e legali venivano violati. Nella cella zero infatti i detenuti venivano portati per essere picchiati da alcuni agenti della polizia penitenziaria, alcuni addirittura massacrati come nel caso di Federico Perna, che nella cella zero ha trovato la morte l’8 novembre del 2013. Per un ischemia, secondo l’autopsia. Nobila, la madre di Federico rappresenta la voce più importante e toccante di tutto il documentario, una donna, una mamma coraggiosa che lotta alla ricerca della verità non solo per suo figlio ma per tutte le vittime delle “mele marce” .
Ultimo documentario della giornata è stato Tempo pieno di L. Cioffi.
Tempo pieno testimonia la presenza di una scuola un po’ “anarchica”, una scuola “straordinaria” nel vero senso della parola, la scuola Madonna Assunta di Bagnoli è veramente oltre l’ordinario. il documentario ci mostra frammenti di un intero anno scolastico nella classe della maestra Olga colonna portante della scuola, come si evince anche dalle testimonianze degli ex alunni della scuola. Tempo pieno mostra che fare una buona scuola è possibile, che esistono realtà come questa, racconta di uomini e donne, bambini e bambine appassionati che si divertono, imparano, si meravigliano, crescono o, nel caso dei docenti, “diventano” un poco più piccoli.
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