30 Luglio 2015

Walter Palmer, quando la stupidità non ha confini

Walter Palmer

Walter Palmer, un uomo di 55 anni, dentista in Minnesota, ha pensato bene di fare, con l’aiuto di due bracconieri una battuta di caccia in Zimbabwe ed abbattere il leone simbolo del parco nazionale

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Sono bastati 55 mila dollari di otturazioni al dentista Walter Palmer, per uccidere brutalmente il leone più famoso del parco nazionale del Hwange in Zimbabwe.

Ammesso che sul dibattito se la caccia sia uno sport o meno, il modo in cui il povero animale è stato ucciso è tutt’altro che discutibile; il leone è stato attirato con un’esca al di fuori dei confini protetti, in un primo momento è stato ferito con una freccia avvelenata, successivamente è stato abbattuto con un fucile dopo 40 ore di agonia. E per non farsi mancare proprio nulla, l’animale è stato prima decapitato e poi scuoiato, per farsi dei “suppellettili” da collezione. Il tutto è stato confiscato dalle autorità.

Walter Palmer si è difeso affermando che i bracconieri non lo avessero avvertito della “illegalità” dell’operazione, e si sente profondamente rammaricato per l’accaduto, avendo svolto sempre questo “sport” con professione.

Il leone era monitorato e microchippato da alcuni ricercatori ed oggetto di studi dell’università di Oxford attraverso un GPS.

Lo studio del dentista Walter Palmer è stato inondato di lettere ingiuriose e le pagine facebook e twitter riempite di insulti, oltre alle persone che chiedono il motivo di tanta brutalità. Su Twitter è comparso anche l’hashtag #CecilTheLion, trend che risulta ai primi posti nelle ultime ore.

Ci si chiede se e come mai, allora, l’uccisione di un leone possa destare più commozione di un bimbo che muore ed una risposta chiara arriva proprio da un editoriale di Massimo Gramellini,  giornalista e scrittore:

“La sollevazione contro il cretino è mondiale e qualcuno si lamenta: possibile che la sorte di un leone della savana ci strazi il cuore più di quella di un bambino che salta sopra una mina? Naturalmente no. Ma le guerre sono fenomeni complessi di fronte ai quali, purtroppo, ci si sente spettatori impotenti. Mentre un cretino singolo che va a rompere pesantemente le scatole alla natura per farsi una foto da mostrare agli amici durante un picnic in Minnesota ci appare una minaccia più contenuta e arginabile. Per esempio concedendo a qualche leone superstite la possibilità di una rivincita contro il cretino da disputarsi al Colosseo (sempre che gli scioperi della metro consentano al leone di arrivarci).”

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