14 Aprile 2021

Visoni e Covid: cosa succede negli allevamenti? L’action day

Visoni

Visoni e Covid: action day per chiedere intervento commissione EU. Oggi il triste anniversario del primo focolaio in un allevamento

Oggi 14 aprile, a distanza di ormai un anno dal primo focolaio di Coronavirus in un allevamento di visoni (in Olanda) la LAV, insieme ai network Eurogroup for Animals e Fur Free Alliance, ha indetto un ACTION DAY per sollecitare un intervento della Commissione Europea al fine di vietare gli allevamenti di visoni.

La lotta degli attivisti

La Lav, due giorni fa, ha reso noto un nuovo focolaio in provincia di Padova dove – nonostante la presenza dei soli “riproduttori” – il 100% degli animali testati è risultato positivo ai test sierologici di neutralizzazione, con conferma dell’avvenuta infezione. Alla luce della situazione, le voci di circa il 77% degli italiani non sono bastate a smuovere le Istituzioni Ue.

Sospendere per un anno l’allevamento dei visoni, come hanno fatto in autonomia Italia, Danimarca e Svezia, non serve ad evitare la formazione di nuovi focolai. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, deve intervenire con un Decreto legge per vietare questi allevamenti ed il Governo italiano deve essere promotore di un analogo intervento europeo”, scrive Lav.

Il prossimo 21 aprile, con l’entrata in vigore della legge europea sulla Prevenzione delle Malattie animali trasmissibili (Reg.UE/2016/429), la Commissione europea avrà per la prima volta il potere e l’opportunità di agire contro l’allevamento di animali “da pelliccia” eliminando definitivamente questa minaccia per la salute umana. 

Essere animali: “allevamenti crudeli e pericolosi”

Anche gli attivisti di Essere Animali hanno toccato a fondo la tematica. Oggi, a un anno dal primo focolaio di Covid in un allevamento di visoni che ha poi sviluppato oltre 400 infezioni in nove Stati membri dell’UE (inclusa l’Italia), scrivono:

Chiediamo all’Unione Europea di vietare questi allevamenti, crudeli per gli animali e pericolosi per la salute pubblica. Il Governo italiano lanci un segnale concreto ed emani un divieto definitivo, obiettivo della nostra campagna Visoni Liberi. Nel nostro Paese l’attività degli allevamenti di visoni ora è sospesa, ma il coronavirus continua a diffondersi negli animali riproduttori, come confermato dal recente focolaio rilevato a Villa del Conte, nel padovano, che porterà all’abbattimento di 2.000 visoni”. 

A chiedere un divieto di produzione di pellicce non sono solo le ONG, ma pure i cittadini italiani ed europei. Lo rivela un nuovo sondaggio commissionato da Eurogroup for Animals e Four Paws e condotto da YouGov.

Il 74% degli individui concorda sul fatto che gli Stati Membri, inclusa l’Italia, dovrebbero intervenire facendo pressione all’Unione Europea per un divieto esteso. Il sondaggio – realizzato online tra il 25 e il 29 marzo 2021 anche in Francia, Slovacchia, Ungheria, Bulgaria ed Estonia – dimostra che la maggioranza dei cittadini europei vorrebbe vietati questi allevamenti di visoni.

A manifestare il consenso più alto nelle risposte al sondaggio sono stati gli italiani.

Nonostante il sostegno pubblico, però, come si legge tra le righe, il Governo italiano non ha ancora emanato un divieto definitivo e l’Unione Europea non è riuscita a intraprendere azioni decisive per chiudere questi serbatoi di Covid.

Come avviene l’infezione?

Secondo la spiegazione di attivisti e infiltrati di E.A., i visoni vengono inizialmente infettati dagli esseri umani, ma in seguito il virus si diffonde velocemente tra gli animali – rinchiusi a migliaia in piccole gabbie ravvicinate – in condizioni che costituiscono il terreno ideale per il diffondersi delle malattie.

Gli studi hanno poi dimostrato che il Coronavirus e le sue mutazioni possono trasmettersi anche tra gli esseri umani e la fauna selvatica. Una valutazione congiunta dell’OMS, dell’OIE e della FAO ha avvertito che esiste un rischio significativo di trasmissione del Coronavirus dal visone all’uomo”. I ricercatori temono che tali mutazioni possano ridurre addirittura l’efficacia dei vaccini anti-covid.

Dunque, in Italia, l’attività degli allevamenti è stata sospesa per un anno ma il provvedimento non ha impedito le nuove nascite di visoni. A confermarlo è il caso di Villa del Conte, nel padovano, dove appunto circa 2.000 animali riproduttori saranno abbattuti. La Commissione europea dinanzi a ciò è rimasta inattiva, limitandosi a chiedere il monitoraggio e la segnalazione delle positività negli allevamenti. Un altro importante passo sarà fatto il 21 aprile.

Una grande soluzione è di vietare gli allevamenti non solo per difendere gli animali, ma anche per impedire che il Coronavirus si diffonda dai visoni all’essere umano.

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