Violenza contro le donne: l’importanza dell’educazione sessuale
Giornata internazionale contro la violenza contro le donne: ogni tre giorni, una donna muore vittima di femminicidio. Ecco perché serve un’educazione sessuale
A partire dal 1999, l’ONU ha stabilito che il 25 novembre è la giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne. Secondo il VII Rapporto Eures, nell’anno 2020, sono 91 le donne vittime di femminicidio: ogni tre giorni una donna muore, vittima di uomini che le ritengono in loro possesso.
Le forme di violenza non si riducono solo all’assassinio di una donna. L’ONU ha definito violenza di genere «qualsiasi atto che si traduca o possa provocare danni o sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche alle donne, comprese le minacce di tali atti, la coercizione o privazione arbitraria della libertà, sia che avvengano nella vita pubblica che in quella privata». Dunque, c’è lo stalking, il revenge porn, le molestie, il victim blaming, il catcalling e le discriminazioni.
Piuttosto che analizzare il fenomeno – già ampiamente dibattuto negli anni -, potremmo soffermarci sulla prevenzione. Cosa si può fare per modificare una cultura che vede, ancora oggi, la donna come oggetto da calpestare?
Educare per evitare gli stupri
Quello dell’eliminazione della violenza contro le donne è un tema che deve coinvolgere tutti gli strati della società. Primo fra tutti è la scuola.
In un mondo in cui è goliardico inviare video intimi nel “gruppo del calcetto”, in cui è normale sentirsi autorizzati a giudicare la professionalità di una donna dalla quantità di pelle che espone sui social o rivolgere alla stessa insulti perché vive una vita sessuale libera, anche il silenzio è un complice. Di fronte ad una violenza – anche digitale – stare zitti, non agire e vivere nell’omertà di chi non fa certe cose ma cerca i video online, equivale a perpetuarla.
La scuola in primis, insieme a qualsiasi altra forma di aggregazione sociale, ha l’obbligo di introdurre una vera e sana educazione sessuale. E non ci riferiamo all’ora di scienze in cui si spiega la riproduzione.
Troppo spesso, i giovani adolescenti vengono educati dal porno mainstream che offre una visione distorta ed estremamente maschilista della sessualità. Manca, insomma, un’educazione mirata che si centralizzi sul rispetto del consenso, sull’essere femministi anche se si è uomini, sulle libertà di essere ciò che si vuole.
Bisogna insegnare, fin da bambini, che i maschi hanno le stesse responsabilità delle femmine, che non esistono lavori distinti in base al genere sessuale. C’è il bisogno di porre rimedio a quei danni che la Tv spazzatura troppo spesso produce.
Ancora, è indispensabile abbattere i tabù sul sesso come qualcosa di osceno, mostrare che la sessualità della donna non è al servizio di quella maschile, che esiste la masturbazione femminile e non c’è nulla di cui vergognarsi. E tanti, troppi temi che qui non troverebbero la giusta attenzione.
Serve, in sostanza, un’educazione che estirpi la violenza contro le donne – e la violenza in genere – che valorizzi l’incontro fra i sessi. Una educazione realizzata da professionisti, esperti del settore, non abbozzata e lasciata alla libera interpretazione.
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