Via al processo Cella zero, il presidio a controllo del regolare prosieguo
Dal 7 Maggio è presente il presidio organizzato dall’associazione di tutela dei carcerati di Poggioreale. Il processo per la cella zero entra nel vivo
Un processo lungo, complesso, quello riguardante la Cella Zero uscito alla luce nel lontano 2015, quando alcuni detenuti inviavano lettere ad amici e famigliari raccontando soprusi e violenze che avrebbero subito all’interno del carcere di Poggioreale.
Scrivemmo un reportage proprio in quel periodo, nel quale raccontammo della cella 0,
la più temuta del carcere di Poggioreale, a Napoli. La stanza in cui la violenza delle guardie sarebbe una regola, dove gli agenti della polizia penitenziaria, avrebbero pestato e maltrattato alcuni detenuti del carcere
Vi raccontammo di Melella, di Ciondolino e Piccolo Boss, che picchia forte e zittisce tutti.
La storia della Cella Zero e dei suoi personaggi potete leggerla cliccando qui
Non solo…
Pietro Ioia, attivista e presidente dell’associazione Ex D.O.N., denuncia da anni i maltrattamenti e le condizioni disumane ai limiti della sopravvivenza cui sono sottoposti i detenuti del carcere.
Si parla di “dodici detenuti in una cella per 4”, con “insetti e topi che ci fanno visita”. E come se non bastasse, la assoluta mancanza di assistenza sanitaria… (link).
Ma il problema maggiore, quello che ha fatto partire il processo in corso in questi giorni è, come abbiamo letto attraverso alcune lettere dei detenuti:
“sia nel vitto che nei comportamenti delle guardie. Alcuni ci trattano come animali. Se voglio stare pulito in cella devo comprarmi tutto il necessario, dal panno per i pavimenti alla scopa, al secchio, al detersivo. Nulla ci viene offerto. So con quali patologie sono entrato, ma non so con quali altre uscirò da qui». Dal “Milano”, un’altra testimonianza: «È giusto che chi sbaglia debba pagare il suo debito con la giustizia, però vivere in dodici in una cella per cinque è inumano. Un atto criminale da parte di uno Stato che si crede democratico”.
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