22 Febbraio 2020

Una maschera inusuale, oltre Pulcinella c’è anche Sciosciammocca

Fonte: La Cucina Italiana (Nella foto Totò nel film "Miseria e Nobiltà")

Totò Felice Sciosciammocca - Carnevale maschera

A Napoli, il Carnevale è arte, è cultura, è teatro. Non tutti sanno che oltre alla celebre maschera di Pulcinella ce n’è un’altra: Sciosciammocca

Come tutti sanno, la maschera che inquadra più spesso il Carnevale partenopeo è PulcinellaIn realtà si tratta di un personaggio della cosiddetta commedia dell’arte, inventato dall’attore Silvio Fiorillo nei primi decenni del Seicento, ma il suo costume fu inventato nell’Ottocento da Antonio Petito.

Antonio Petito è stato un attore e drammaturgo italiano, vissuto durante il 1800. Non indossò solo la Maschera di Pulcinella, ma propose al suo pubblico anche un altro personaggio: Felice Sciosciammocca.

La storia del personaggio

Felice o Feliciello Sciosciammocca è un personaggio immaginario del teatro napoletano creato da Eduardo Scarpetta.”Sciosciammocca” in lingua napoletana sta ad indicare “colui che sta a bocca aperta“. Scioscia vuol dire soffia e ‘mmocca equivale a in bocca: quindi respira a bocca aperta. Si tratta quindi di una persona che si meraviglia di tutto, credulona, fortemente ingenua.

Siamo nel 1800, e il teatro napoletano andava trasformandosi da teatro borbonico di maschera, a teatro di carattere. Pulcinella rappresentava un mondo facile e furbesco, considerato ormai anacronistico, simbolo della plebe lazzarona. Sciosciammocca, quindi, nasce non solo dalla paura infantile di Scarpetta per la maschera nera e bianca, ma soprattutto dal desiderio di interpretare un nuovo tipo di personaggio.

Indossava un abito a quadretti molto usurato e di una misura più piccola del necessario, un cilindro in bilico sulla testa, un papillon, un sottile bastone da passeggio e le scarpe molto grandi. Si tratta dell’imitazione del personaggio piccolo borghese, uno Charlot partenopeo, per così dire.

Scarpetta si adatta, quindi, alle necessità del pubblico dell’epoca. Un pubblico che voleva ridere vedendo attori sul palcoscenico e non più maschere, che praticassero la recitazione e non più l’improvvisazione.

Pulcinella e Sciosciammocca

Pulcinella e Sciosciammocca convissero in molte commedie, in cui il primo, seppur abbandonando la volgarità che lo caratterizzava, rimane tuttavia l’espressione della cultura popolare napoletana. A lui, si contrappone l’immagine del ceto medio-borghese di Feliciello Sciosciammocca. Pulcinella conserva la gestualità eccessiva e la platealità delle movenze, Sciosciammocca è più controllato, creando un distacco netto dall’eccentrica personalità di Pulcinella.

Il nome del personaggio fu reso popolare al grande pubblico dalle interpretazioni che Totò realizzò per il cinema. Ricordiamo Un turco napoletano (1953), Miseria e nobiltà (1954) e Il medico dei pazzi (1954). In effetti, però, Totò, con la sua personale interpretazione della maschera, sovrastò interamente il personaggio di Sciosciammocca.

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