15 Aprile 2020

Titanic, l’anniversario del suo affondamento. Un superstite era campano

fonte: cicap.org

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Accadde oggi: il 15 aprile 1912 affondava il Transatlantico britannico RMS Titanic. Uno dei superstiti era campano

ACCADDE OGGI – 108 anni fa accadeva uno degli eventi più tragici e significativi del ‘900. L’affondo del Titanic fu il più grave incidente mai avvenuto in ambito marino. La storia è celebre e conosciuta da molti, anche grazie al noto film di James Cameron Titanic, che vide protagonista un Leonardo Di Caprio agli esordi della sua carriera.

La storia è abbastanza nota. Durante il suo viaggio inaugurale, la nave entrò in collisione con un iceberg alle 23.40 di domenica 14 aprile 1912. L’impatto con l’iceberg provocò l’apertura di alcune falle sotto la linea di galleggiamento, allagando cinque compartimenti di prua. Circa tre ore dopo, alle ore 2.20 il transatlantico si spezzò in due parti, inabissandosi del tutto. Nel naufragio persero la vita più di 1500 passeggeri, compresi 900 uomini del’equipaggio. I superstiti furono 706.

Il 14 aprile, dopo quattro giorni di navigazione, il comandante consegnò a Bruce Ismay un messaggio che segnalava la presenza di ghiaccio a 400 km sulla rotta del Titanic. Tuttavia, il comandante non diminuì la velocità, perché c’era la possibilità di arrivare a New York con un giorno di anticipo. Non fu mai chiarito di chi fu la responsabilità finale della decisione.

La chiave che avrebbe – forse – impedito il disastro

Il transatlantico all’epoca era nominato « l’inaffondabile ». Secondo alcune ricostruzioni, la storia avrebbe potuto avere un altro epilogo. Si tratta di una particolare chiave che ad oggi è stata venduta all’asta per 90 mila sterline. La chiave era di un armadietto che conteneva i binocoli utili a individuare in tempo l’iceberg.

La chiave rimase nella tasca di David Blair, che era stato nominato secondo ufficiale ma fu sostituito all’ultimo secondo da Henry Tingle Wilde. Blair dovette abbandonare la nave in fretta e furia, portando con sé la chiave, senza consegnarla al successore. Fred Fleet, uno dei pochi sopravvissuti al disastro, sostenne un’inchiesta confermando che la presenza della chiave avrebbe potuto essere decisiva. Avere il binocolo a disposizione avrebbe permesso di vedere in tempo l’iceberg, evitando lo scontro.

Il sopravvissuto campano e la sua atipica versione

Sulla nave viaggiarono 37 italiani, di cui 26 camerieri e undici passeggeri. Nessuno dei camerieri italiani riuscì a salvarsi, mentre dei passeggeri ne sono sopravvissuti in cinque. Uno di loro, Raimondo Vitillo, passeggero di terza classe era campano. Nato ad Ariano Irpino, in provincia di Avellino, si era imbarcato in cerca di fortuna negli Stati Uniti e si salvò sulla scialuppa di salvataggio numero 7.

La sua vicenda è singolare e anche abbastanza atipica, poiché – racconta il figlio- fino alla morte ha sostenuto che il Titanic non affondò per il motivo che tutti conosciamo. Lui raccontava che il transatlantico sarebbe stato speronato da un piroscafo che batteva una bandiera olandese o svedese. La testimonianza di Vitillo, chiaramente, non ha mai trovato conferma, poiché l’unica discordante rispetto alle altre 707.

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