“Tessuti umani”: l’arte di Rosaria Corcione diventa messaggio universale
Un'iniziativa che invita a riflettere sulla responsabilità dell’uomo verso il pianeta e sul significato di bellezza
Crediti:Annalisa Rossetti
“Tessuti umani” la mostra di Rosaria Corcione, curata da Valentina Rippa, si è conclusa, domenica 26 ottobre, con un affollato finissage negli affascinanti spazi dell’Acquedotto Augusteo del Serino.
Numerosi visitatori, giovani e adulti, hanno attraversato il noto quartiere Sanità, per raggiungere le cave del sito archeologico romano. Un luogo dal fascino antico che, oltretutto, custodisce uno stretto legame con il tema centrale affrontato dall’artista: l’acqua, elemento indispensabile alla vita ma, troppo spesso, tristemente maltrattato.
“Tessuti umani”: l’arte di Rosaria Corcione
L’artista ha saputo trasformare lo spazio dell’Acquedotto Augusteo in un percorso immersivo, capace di emozionare e scuotere.
Entrando nelle sale espositive si aveva la sensazione di penetrare in un antro futurista dove reperti del passato restano sospesi nell’aria come trofei di un’epoca da dimenticare.
Lunghi filamenti e brandelli di tessuto plastico rosso accompagnavano una suggestiva videoinstallazione che, posta sul pavimento della cava; mostrava – in modo diretto ma poetico – l’impatto tossico dell’uomo sull’ambiente marino. A evocare queste sensazioni ha contribuito la composizione elettroacustica elaborata da Marco Vidino, che; creando un paesaggio sonoro, è riuscito, peraltro, a tradurre il pensiero dell’artista in frequenze, risonanze e modulazioni.
Rifiuti di ogni genere abbandonati a inquinare le acque del mondo, oltre a danneggiare la vita marina e animale, minacciano gravemente la salute umana attraverso la catena alimentare.
“Tessuti umani”, segni di un futuro possibile
Consapevole di questa interconnessione, Rosaria Corcione lascia, peraltro, tracce tangibili: sospesi nello spazio, brandelli di “tessuto umano” realizzato in materiale sintetico; parti anatomiche realizzate in filamenti di plastica, segni di un futuro possibile in cui il corpo dell’uomo diventa testimone dei propri errori.
La mostra assume, così, l’aspetto di un sito archeologico del futuro, dove l’uomo potrà riconoscere, sui resti dei suoi stessi corpi, le conseguenze dell’incuria e dalla mancanza di rispetto per l’ambiente.
“Tessuti umani”: una riflessione sulla responsabilità dell’uomo verso il pianeta
Segni visibili e irreversibili, dunque, che raccontano le alterazioni del pianeta e l’urgenza di un nuovo equilibrio tra progresso e natura.
L’artista parte da un presupposto chiaro: nell’incessante corsa al consumo; l’uomo accumula rifiuti che invadono e deturpano il mondo svuotando la bellezza del suo significato più profondo.
“La bellezza è etica!” tiene a precisare Rosaria Corcione.
Per l’artista la bellezza non è solo armonia estetica ma un atto di responsabilità sociale, cura e consapevolezza.
La bellezza è, peraltro, una qualità che attraversa e influenza la vita quotidiana, le scelte e le interazioni umane, e che può – se vissuta con coscienza – generare un impatto positivo sul mondo, nel segno del benessere e dell’equilibrio.
Con questa mostra, Rosaria Corcione non si limita a denunciare, ma invita a riconoscere la bellezza come dovere morale: un modo per restituire senso, rispetto e futuro al nostro pianeta.
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