13 Gennaio 2022

Terra dei Fuochi, Carfagna: “In arrivo il Cis di sviluppo con 61 comuni”

Terra dei Fuochi

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Terra dei Fuochi, pronto il contratto istituzionale di sviluppo con 61 comuni tra Napoli e Caserta. Ad annunciarlo è la ministra Mara Carfagna

È in dirittura d’arrivo la stipula del Contratto istituzionale di sviluppo per la Terra dei Fuochi, che finanzieremo per circa 200 milioni“, queste le parole della ministra per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna.

Nel corso di una interrogazione parlamentare a Montecitorio circa gli utilizzi del Fondo sviluppo e coesione, la ministra ha dichiarato che la firma del Cis Terra dei Fuochi (Contratto istituzionale di sviluppo) è immediata. Stando a quanto riportato dall’edizione odierna de Il Mattino, si è assistito a una spinta per l’estensione dell’area soprattutto nel Casertano, ove l’elenco dei Comuni ha raggiunto quota 61 – superando il milione di cittadini – di cui un terzo nel capoluogo campano e la restante parte nella provincia di Caserta. I Cis, istituiti dal decreto legislativo 88/2011, sono contratti attivabili su proposta di amministrazioni locali e valutati dal ministro per il Sud, con lo scopo di individuare gli interventi definiti da costi e tempi di attuazione per la valorizzazione del territorio. I fondi per i Contratti istituzionali di sviluppo prossimi alla firma arriveranno dal Fondo sviluppo e coesione: una cassaforte per legge destinata all’80% al Mezzogiorno.

“Considerando tutti gli stanziamenti e gli utilizzi nel frattempo intervenuti, attualmente il Fondo ha una disponibilità di 63,2 miliardi. – Spiega Carfagna alla Camera – È una mole di investimenti di entità paragonabile a quella del Pnrr e dei fondi strutturali, che merita, più di quanto accaduto in passato, una programmazione attenta e partecipata. I miei uffici sono al lavoro, in collaborazione con il Mims e il Mef, e dopo un lungo confronto con le Regioni, per un’assegnazione di risorse Fsc in favore di progetti strategici e immediatamente cantierabili metà dei quali riguardanti la mobilità stradale esclusa dal Pnrr”. 

L’ambizione della ministra è fare del Fsc “lo strumento con cui in futuro l’Italia conserverà e consoliderà il metodo Pnrr: cronoprogramma definito e dettagliato, obiettivi specifici, incentivi e disincentivi per un corretto utilizzo delle risorse da parte di tutti i soggetti attuatori degli interventi”. In conclusione: I fondi nazionali per la coesione possono e debbono diventare un Pnrr permanente. Possono e devono cioè servire a costruire un grande programma strutturale per la riduzione dei divari economici e sociali del Sud, delle aree interne e di ogni territorio depresso del Paese”.

Lo scopo del Cis, dunque, non è di intervenire nella complessa operazione della bonifica, ma mettere in pratica iniziative di sviluppo promosse dai territori e finanziate nell’ambito del Fondo sviluppo e coesione. Altri Cis, entro il mese di febbraio, dovrebbero essere firmati tra il ministero della Coesione nell’area tra Vesuvio-Pompei-Napoli-Est e Calabria, ai quali si si aggiungeranno Matera, Taranto, Foggia, Molise, Ventotene, Cratere sismico del 2016, che colpì il Comune di Amatrice e una vasta zona del Centro Italia.

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