Suicidio detenuto Avellino: medico assolto dopo quasi 8 anni

Suicidio detenuto Avellino – La vicenda che ha coinvolto un medico del carcere di Avellino si è conclusa in tribunale con un’assoluzione.

Il medico era accusato di non aver adeguatamente seguito i sintomi psichiatrici di un detenuto. Il prigioniero nel 2015 ha spezzato la sua vita all’interno della casa circondariale.

Suicidio detenuto Avellino: dettagli dei fatti

Il medico era accusato di aver sottovalutato i sintomi psichiatrici di un detenuto. Il giudice Sonia Matarazzo ha deciso che “il fatto non sussiste“. Inoltre, ha accolto la posizione del Pubblico Ministero Luigi Iglio e dei difensori. La difesa ha argomentato che il medico aveva seguito le procedure mediche standard, effettuando le visite specialistiche e prescrivendo la terapia adeguata.

La famiglia del detenuto, invece, aveva sostenuto che il medico non avesse prestato la giusta attenzione al caso, nonostante i precedenti tentativi di suicidio del detenuto. Gli avvocati avevano criticato l’approccio terapeutico, ritenendo che il medico si fosse limitato a prescrivere farmaci antidepressivi senza un’adeguata valutazione clinica. Nonostante le accuse, il Tribunale ha escluso ogni responsabilità, considerando che le visite psichiatriche e le terapie erano state condotte in conformità alle normative.

Il caso, che ha suscitato molta attenzione, si è concluso quindi con una decisione che potrebbe fare scuola nella gestione delle malattie psichiatriche all’interno degli istituti penitenziari. Il giudice ha ritenuto che non ci fossero prove sufficienti per attribuire al medico la colpa del suicidio, lasciando quindi la questione in un vuoto di responsabilità.

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