Suicidio Daniele Bossari, le verità spiegate dal conduttore

Suicidio Daniele Bossari: ecco le verità raccontate direttamente dal conduttore televisivo. ‘Le critiche mi avevano distrutto’

SUICIDIO DANIELE BOSSARI – Nei primi anni 2000 Daniele Bossari è stato uno dei conduttori televisivi più amati e benvoluti del panorama artistico italiano, soprattutto per quanto riguarda la fascia dei giovani e dei giovanissimi.

Poi qualcosa in lui è cambiato, tanto da spingerlo anche verso l’insano gesto: quello del suicidio.

La vita di Daniele Bossari non è stata sempre rose e fiori come potrebbe sembrare da fuori; la televisione non trasmette alcune cose che possono sentirsi solamente nell’intimità dell’animo. Bossari, infatti, ha rivelato al settimanale ‘Chi’ di aver sofferto molto i giudizi negativi di un critico della tv, ammettendo che:“Il suicidio mi sembrava l’unica soluzione”.

Poi è subentrata anche la depressione dovuta all’eccesso di alcool.

“Tutto è iniziato con il giudizio negativo di un critico tv: lì ho cominciato ad avere delle insicurezze, mi sono sentito esposto e questa vulnerabilità mi ha causato profonde ferite. Quando ti rendi conto che c’è qualcosa che si è rotto dentro di te, è lì che si entra nella dinamica malata, lo fai ancora di più proprio perché vorresti smettere” – spiega Bossari nel suo libro.

Poi continua parlando anche della sua famiglia, di sua moglie Filippa Lagerbarck:”E’ sempre stata una grande” e di sua figlia Stella: “Ho cercato di ricordarmi delle esperienze belle della mia vita, di quelle che oggi chiamo schegge di luce, perché io avevo rotto tutto. Ho provato a rimettere insieme quelle più luminose, mia moglie Filippa e mia figlia Stella. Di Filippa potrei dire che sono vent’anni che sto con lei e che il nostro rapporto è maturato tanto. Ma la verità è che io sono molto maturato. Lei? Non ne ha mai avuto bisogno. Era ed è sempre stata ed è grande”.

Conclude: “Ho sofferto molto anche nello scrivere. Ho raccontato di come sono andato in pezzi, ma anche di come piano piano mi sono accorto che alcuni di quei pezzi erano schegge di luce, momenti di felicità vissuta che dovevo cercare e ritrovare nella mia memoria”.

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