Suicidio agente penitenziario, la mamma: “È stato spinto a farlo. Voglio vendetta”
A quasi un anno dal suicidio dell’agente penitenziario Umberto Paolillo, la madre chiede giustizia per il figlio. “È il primo Natale senza di lui”
Nel mese di febbraio 2021 un poliziotto di Bari, Umberto Paolillo, si è ucciso all’interno della sua auto con la pistola d’ordinanza. Il suicidio dell’agente penitenziario ha fatto discutere tutta l’Italia, soprattutto da quando la madre, Rosanna, ha dichiarato che l’ambiente di lavoro ha facilitato la terribile azione compiuta dall’uomo. Sono infatti ancora in corso delle indagini per istigazione al suicidio.
A quasi un anno dalla morte del figlio, la madre chiede giustizia. Queste le sue parole, riportate dalla testata online Quinto Potere. “Questo è il primo Natale senza il mio Umberto. Finché avrò vita tenterò in tutti i modi di fare giustizia. Non devono passarla liscia”.
Per la madre di Paolillo, i dieci anni di servizio al Carcere di Turi hanno reso la vita un inferno al figlio. “Sono arrabbiata con lui perché ha deciso di andarsene così, ma lo sono ancora di più perché chi deve pagare non lo ha ancora fatto. Voglio vendetta. Mio figlio è stato spinto a fare quel gesto. Chissà cosa gli hanno detto quel giorno“ ha continuato la madre, parlando del suicidio dell’agente penitenziario.
“Nessuno di loro ha avuto il coraggio di guardarmi negli occhi e di parlarmi. Si sono limitati a darmi dei soldi per il funerale che ho dato in beneficenza perché sporchi di sangue. Tutto ciò che farò lo farò per dare giustizia a mio figlio e a tanti altri come lui che subiscono pressioni e soprusi dai colleghi. Sono sicura che ce ne siano tanti in Italia e non devono fare la stessa cosa che ha fatto il mio Umberto” ha concluso.
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