Suicidi in carcere: il quinto dall’inizio del 2024
Secondo Samuele Ciambriello, il carcere deve essere riformato
Suicidi in carcere: il quinto dall’inizio dell’anno avviene a Napoli, nel carcere di Secondigliano.
Si chiamava Robert ed aveva 33 anni il detenuto che si è tolto la vita. Samuele Ciambriello, il garante delle persone private della libertà personale, denuncia il tragico avvenimento, sintomo di un problema di carattere maggiore nelle carceri italiane.
Suicidi in carcere: il caso di Robert
Secondo quello condiviso da Ciambriello, Robert L. era entrato in carcere per omicidio, noto alla cronaca per essere riuscito nel 2019 ad evadere dal carcere di Poggioreale.
Le cause che portano al suicidio nelle carceri, denuncia sempre Ciambriello, sono diverse. Ma è soprattutto il senso di abbandono e di solitudine vissuto dai detenuti ad esserne principale causa. Soprattutto, secondo il garante, è fondamentale che nel dibattito pubblico il carcere non sia un posto ai margini, da dimenticare, ma un luogo che vada invece riformato.
Della difficile situazione nelle carceri, ed in particolare della poca cura della salute mentale dei detenuti, aveva a lungo parlato anche il sindacalista Luigi Castaldo. Solo pochi mesi fa, sempre in Campania, nel penitenziario di Benevento, un altro detenuto aveva infatti tentato il suicidio, fortunatamente sventato dagli agenti, intervenuti in tempo.
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