4 Novembre 2019

SSCN: della crisi, del ritiro e di altri simili problemi…

SSCN: Napoli 7° in classifica. E’ crisi? Fiumi di parole su gioco, società, piazza divisa.Tutto e il contrario di tutto mentre l’identità tarda ad arrivare

SSCN – E’ un momento complicato, inutile (ed impossibile!) nasconderselo.

18 punti in 11 gare è un bottino davvero scarso, che ha peggiorato – e di molto – i risultati acquisiti negli scorsi campionati.

Un settimo posto che fa scattare l’allarme, perché a Napoli non si vedeva un piazzamento così basso da molti anni.

Un settimo posto, soprattutto, che va in netta controtendenza rispetto alle ambizioni d’oro dei giorni dimaresi e di quelli immediatamente precedenti l’inizio della stagione.

Siamo stanchi del secondo posto“, “Puntiamo a vincere il campionato“, “Un mercato da 10, saremo competitivi su tre fronti fino all’ultimo“.

Aspettative alte, altissime, stellari per gli azzurri: aspettative che lo stesso Mister ha alimentato, forte di acquisti di cui si era detto pienamente soddisfatto e che andavano a rinforzare una rosa già di livello.

Lo scorso anno il Napoli ha chiuso al secondo posto, ad una distanza iperuranica dalla Juve, maturata soprattutto nel girone di ritorno, dove il Napoli sfoggiò prestazioni via via meno convincenti e sempre più deludenti.

Quest’anno ci si aspettava di più: la stagione del Napoli lasciava ben sperare, soprattutto in considerazione del fatto che le dirette avversarie avevano tutte un nuovo mister in panchina: Juventus, Inter, Roma…tutte avevano da rodare meccanismi nuovi, da provare un calcio diverso.

Il Napoli no, il Napoli aveva confermato il Mister, aveva trattenuto tutti i big, aveva proceduto a nuovi acquisti, di cui il tecnico si era dimostrato entusiasta.

Ed aveva voglia, e fame.

Ancelotti, i senatori…tutti parlavano con disinvoltura dell’innominabile scudetto, della voglia di vincere qualcosa e di voler essere competitivi ai massimi livelli.

Eppure, a 11 giornate dall’inizio dei giochi, l’ambiente è diviso, annichilito, sorpreso, frustrato.

Al netto di arbitraggi che ci hanno inequivocabilmente tolto dei punti preziosi, al netto di legni colpiti con una continuità difficile da conservare, il Napoli dà la sensazione di giocare ad intermittenza.

5 vittorie, 3 pareggi, 3 sconfitte in campionato, una fase difensiva da registrare, una chiara mancanza di identità per lunghi tratti delle partite disputate.

Giocatori mobili, troppo mobili, per un calcio fin troppo liquido.

Liquido da non riuscire a trattenerlo, da non riuscire a dargli una definizione, a volte neanche un senso logico.

Eppure in panchina abbiamo un signor allenatore, e l’ossatura della squadra è rimasta la stessa.

Recriminazioni? Sì, qualcuna. Attinente, immancabilmente, al mercato.

Un mercato sontuoso, fatto di tanti giocatori di qualità e classe, ma di nessun rimpiazzo di peso a centrocampo.

Manca un regista, manca un incontrista che possa sostituire Allan.

Jorginho non è stato rimpiazzato da alcun pari-ruolo; lo stesso dicasi di Hamsik.

Manca quella fisicità e quel mordere le caviglie che sono necessari in molte gare di campionato, soprattutto quando l’avversario si chiude in difesa e la butta sulla fisicità.

Una fisicità che noi – tranne in alcuni elementi – non abbiamo.

Probabilmente, manca anche una figura di riferimento solida, salda.

La partenza dell’indimenticato 17 pare farsi sentire, più di quanto alcuni avrebbero previsto in tempi non sospetti.

E’ possibile un’inversione di tendenza, sic stantibus rebus?

Se si punta sui giusti elementi, : la fame, la voglia di riscatto, per alcuni anche il desiderio di chiudere la propria esperienza a Napoli con l’onore che meritano.

Supplire ad eventuali carenze strutturali con la voglia e l’esaltazione delle caratteristiche naturali di ciascun giocatore.

Ma c’è, prima di tutto, da risollevare il morale, da nutrire l’anima di giocatori che sembrano spenti, grigi, appannati.

E tutto questo è nelle mani – sicure ed esperte – di un solo uomo: Carlo Ancelotti.

La SSCN punta ancora – e convintamente – su di lui.

Ora c’è da rispondere presente e da far vedere – ancora una volta – di che pasta si è fatti!

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