Spari contro la chiave di Milot: le parole di De Iesu
Piazza Mercato: spari contro la chiave di Milot. Le parole dell'assessore alla sicurezza de Iesu: "non è opera della camorra"
SPARI CONTRO CHIAVE DI MILOT- Quattro spari, esplosi da ignoti, contro la chiave di Milot a Piazza Mercato a Napoli. E’ su questo avvenimento che si è espresso Antonio De Iesu, assessore alla sicurezza del comune di Napoli.
Non è ancora chiaro a quando risalga il triste avvenimento ma la scoperta è avvenuta ieri. Sono in corso infatti delle accurate immagini per capire chi possa essere stato a puntare una pistola con ben quattro spari rivolti all’opera d’arte, la chiave di Milot. Non sono stati ritrovati bossoli e si analizzano anche le videocamere di sorveglianza per arrivare ad identificare i colpevoli.
Oggi appunto, sulla vicenda, è intervenuto Antonio De Iesu che ha commentato così: “gli spari come quelli al monumento di Piazza Mercato sono un’espressione della violenza giovanile, la camorra non ha interesse a sparare contro un’opera d’arte.”
Continua De Iesu, che è stato anche questore e vicecapo della Polizia: “Conosco l’evoluzione e l’involuzione della camorra dagli anni ’80 a oggi. La camorra vuole mantenere basso il profilo per fare i propri affari”. “Sparare contro un’opera d’arte va invece inquadrato in un tema attualissimo, il disagio e la devianza giovanile. Piccoli branchi, non parlerei di gang, come a Milano con i sudamericani. Questi branchi fanno attività esecrabili a Napoli, con una carica di aggressività e violenza r senza un obiettivo.”
Non solo indagini quindi perché per l’assessore “serve anche prendere in carica gli adolescenti se vivono in un ambiente degradato dal punto di vista familiare”. Conclude così: “Servirebbe un esercito di assistenti sociali: insieme all’azione di repressione deve infatti crescere la presa in carico di ragazzi e bimbi disagiati. Ricordo in questo senso il Progetto Peter svolto alla Sanità, che funziona, però costa. Questa amministrazione sta lavorando al recupero dei tributi per investire in attività sociali, progetti concreti di assistenza agli adolescenti. Il tema infatti non è solo la repressione ma chiedersi come crescono i bambini”.
Un ultimo passaggio di De Iesu è sulle armi, a quanto pare alla portata dei ragazzini come se fossero caramelle: “Il circuito delle armi non è facile da controllare. Le fonti di approvvigionamento sono varie, ce ne sono tante che vengono dalle guerre.”
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