Sistanagila, il concerto a Napoli: “Con la musica dimostriamo che la pace fra Iran e Israele è possibile”
L'intervista ai Sistanagila, band formatasi a Berlino, che si è esibita sul palco del Duomo di Napoli durante il Concerto per la pace.
Ieri, sabato primo febbraio 2025, si è tenuto nel capoluogo campano il Concerto per la pace. Artisti provenienti da tutto il mondo si sono esibiti nella meravigliosa cornice del Duomo di Napoli, diffondendo, con la musica, un importante messaggio di fratellanza e, naturalmente, di pace: tra gli artisti presenti, anche i Sistanagila, che hanno deliziato il pubblico partenopeo con un’intensa ed emozionante versione del brano Osse Shalom, scritto dalla celebre compositrice e autrice israeliana Nurit Hirsh.
Nata da un’idea di Babak Shafieian, la band è nata nel 2012 a Berlino. Nei tredici anni di attività, il gruppo ha suonato in tutta la Germania e anche in altri Paesi, come l’Italia, proponendo brani estremamente originali, ma al contempo orecchiabili e capaci di emozionare anche chi non è avvezzo a questo tipo di musica. Il loro genere musicale, in effetti, non è facilmente definibile: si tratta di una musica fusion, che unisce il folk ebraico alla musica iraniana, e in particolare alla musica ‘classica’ persiana, mescolando questi generi a un jazz di respiro decisamente più moderno.
I Sistanagila non potevano mancare a un evento come quello tenutosi al Duomo di Napoli. Composto da musicisti israeliani e iraniani, il gruppo propone un forte messaggio di fratellanza, sostenendo e dimostrando che la pace fra questi due popoli è possibile. E non c’è modo migliore di farlo, se non attraverso la musica.
L’intervista ai Sistanagila, dopo il concerto a Napoli
Per l’occasione, abbiamo intervistato la cantante dei Sistanagila, Luna Cavari (la quale è stata anche concorrente dell’edizione 2023 di The Voice of Germany) e il contrabbassista Avi Albers Ben Chamo. Ecco cosa ci hanno detto.
Domanda: Com’è stata la performance? Com’è stato suonare al Duomo di Napoli?
Luna: Per me, è stato fantastico. Prima di tutto, l’energia e l’entusiasmo del pubblico sono stati davvero contagiosi, e il fatto di vedere così tante persone è stato emozionante. Il pubblico ha anche ‘partecipato’ con noi, battendo le mani e schioccando le dita a ritmo di musica. Sono stati fantastici!
Avi: Ho adorato vedere e percepire l’energia tipica degli italiani. Ho visto bambini, adulti, tutti insieme, felici di partecipare a un concerto per la pace. E il loro entusiasmo nel partecipare a un evento del genere, e questo ‘impegno’, nel voler contribuire, nel loro piccolo, al cambiamento e alla pace, mi ha reso davvero felice.
Domanda: La band è nata a Berlino ed è attiva nella capitale tedesca. Come avete organizzato questa trasferta italiana, a Napoli, per il Concerto per la pace?
Avi: Grazie al nostro manager, Babak Shafieian. Grazie a lui, abbiamo suonato in tutta Italia, e in particolare a Palermo, dove siamo stati per un mese intero, per una sorta di residency. Abbiamo suonato con e lavorato con bambini della città di Palermo e con altri cittadini, e penso che, anche grazie a tutte queste connessioni, sia arrivata anche la possibilità di suonare al Concerto per la pace a Napoli.
Domanda: È la vostra prima volta a Napoli?
Luna e Avi: Sì!
Domanda: Cosa pensate di questa città, della sua energia e della sua cultura?
Luna: Adoro tutto, assolutamente! Devo dire che è un po’ caotica, in senso buono, e infatti mi ricorda Berlino. Per questo, ci sembra di essere a casa. Le persone sono amichevoli e piene di energia, e poi c’è il sole e non fa freddo! Questa è una cosa fantastica, perché in Germania, in inverno, praticamente le giornate di sole non esistono!
Italia, Israele e Iran
Domanda: Non è, però, la vostra prima volta in Italia. Cosa vi piace dell’Italia, e quali sono i vostri artisti italiani preferiti?
Luna: Amo tutto dell’Italia. Io sono iraniana, e la nostra mentalità e il nostro carattere sono molto simili a quelli degli italiani…soprattutto per quanto riguarda la guida! La prima volta che ho preso un taxi in Italia, mi è sembrato veramente di tornare a casa. E poi amo il cibo italiano, ovviamente. E amo i musicisti e gli interpreti classici italiani, anche perché ho studiato violino e non c’è Paese migliore dell’Italia per chi suona il violino. Amo Pavarotti come tenore, e amo Niccolò Paganini e Antonio Vivaldi come compositori e violinisti.
Avi: Io amo dipingere, sono anche un pittore, e molti artisti italiani sono tra i miei preferiti. Da Giotto, fino ad artisti più moderni come Lucio Fontana e Pietro Manzoni.
Domanda: Siete la band perfetta per suonare al Concerto per la pace. Lo siete per la musica che fate, per la provenienza dei membri della band, persino per il nome. Mi parlate delle vostre origini?
Luna: La parola ‘Sistanagila’ è l’unione tra Sīstān, che è una provincia dell’Iran, e ‘Hāvā Nāgīlā’, una canzone popolare ebraica. Già dal nome, dunque, c’è un incontro tra due Paesi che i conflitti hanno separato, mettendoli l’uno contro l’altro. C’è sempre questo cliché, che i popoli di Iran e Israele siano nemici giurati, ma, in realtà, i due popoli sono simili e le nostre culture, e le nostre influenze musicali possono incontrarsi e creare arte. Sistanagila è proprio questo: una band formata da persone che provengono da Israele e dall’Iran e che sono diventate una vera e propria famiglia, dimostrando che la pace fra questi due popoli è possibile. Io sono iraniana e Avi è israeliano, ad esempio!
‘La musica dei Sistanagila
Domanda: Potreste descrivermi la vostra musica?
Avi: È un mix tra musica tradizionale e nuovi arrangiamenti, ma anche nuove composizioni. Ciascuno di noi ama comporre musica, e ognuno di noi è diverso: per questo, ognuno di noi porta una novità, dà un nuovo colore alla musica che suoniamo. Non siamo una band che suona solo canzoni tradizionali, ci piace sempre farci influenzare dall’ora e adesso, dal contemporaneo. Sai, stiamo vivendo in un ambiente, in una società e in un momento, il presente, che si sta sempre più radicalizzando, e, prendendo ispirazione dal presente, abbiamo bisogno di fare una dichiarazione, uno ‘statement’, su quello che siamo e su quello che vogliamo.
Suonare dal vivo, su un palco, non è sempre la cosa più rilassante e facile da fare, perché sappiamo che alcune persone non apprezzano quello che diciamo o facciamo, non apprezzano persone che invocano la pace e la fratellanza. Ma noi diciamo che ‘la speranza è un lavoro’. Non aspettiamo che i politici facciano qualcosa, ma facciamo quello che possiamo, con le nostre piccole risorse.
Domanda: Ci sono anche altri membri nella band, che non hanno suonato oggi?
Luna: Sì, abbiamo anche un altro cantante, Yuval Halpern, che è anche compositore e direttore d’orchestra, e Omri Abramov, che è il sassofonista originale. Io sono ‘in parte’ nella band, nel senso che non canto sempre con loro, ma facciamo tanti progetti insieme.
Domanda: Com’è nata la collaborazione con i Sistanagila, Luna?
Luna: Sono andata a cena in un ristorante persiano, e il chitarrista, Hemad Mansouri, stava suonando. Era il 2018 o il 2019, quindi la band era già attiva da circa cinque anni. Non ci conoscevamo, ma gli ho chiesto se potessi cantare con lui in quell’occasione. Lui ha detto di sì, è andata bene, lui ha apprezzato il mio stile e la mia voce. A quel punto lui mi ha chiesto se avessi voluto cantare con la band. Questo avrebbe reso difficile un mio ritorno in Iran, perché lavorare a questi progetti significa automaticamente non poter tornare indietro, e infatti, in questo momento, non posso tornare lì. Ma ho voluto seguire il mio sogno, e quindi ho detto di sì, ed è così che ho iniziato a cantare con i Sistanagila!
Il futuro della band
Domanda: Avete un sogno nel cassetto?
Luna: Sì! Vorremmo fare un concerto in Iran e uno in Israele, a Teheran e a Tel Aviv!
Domanda: Mi parlate del vostro ultimo album, Bazaar (disponibile su tutte le piattaforme streaming, ndr)?
Avi: Sì, è nato da un’idea di Omri, il sassofonista. Il suo obiettivo era quello di trasformare in musica l’atmosfera e i rumori tipici dei bazaar, in modo tale che tutti potessero sperimentare una giornata in uno di questi luoghi. Portare la vivacità, la ‘vita’ dei bazaar in un album, insomma!
Domanda: Ultima domanda: quali sono i vostri piani per il futuro prossimo?
Avi: Sarà un anno ricco. Abbiamo in programma un concerto ad Halle, in Germania, per la prossima settimana, e poi delle esibizioni nei jazz club. E c’è anche qualcosa di grande, siamo in trattativa per suonare in un Paese davvero autentico, ma non posso ancora parlarne. Ma presto avrete novità!
Per sapere di più sui Sistanagila, dopo il concerto per la pace a Napoli, potete seguire le loro pagine social
Credit immagine di copertina: Esra Rothhoff.
Le altre foto e video sono state realizzate per Napoli.ZON durante il concerto. Tutti i diritti riservati.
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