Sindrome di Kawasaki sintomi bambini: i dati preoccupanti
Sindrome di Kawasaki sintomi bambini: a Como ricoverati tre bambini nel giro di poche ore. I dati preoccupano genitori e pediatri…
Sindrome di Kawasaki Como – In tanti, medici e genitori, sono ora visibilmente preoccupati dopo aver appreso quanto è accaduto in tre diversi comuni della provincia di Como. Qui, tre bambini di 2, 3 e 5 anni sono stati ricoverati all’ospedale Sant’Anna di San Fermo con la cosiddetta sindrome di Kawasaki, potenzialmente correlata a Covid-19.
Cos’è la malattia di Kawasaki (anche detta “sindrome”)
La sindrome di Kawasaki è una vasculite infantile delle arterie di media e piccola dimensione che colpisce soprattutto le arterie coronarie. Le cause sono al momento ignote, ma tra i sintomi più frequenti sono da annoverare febbre elevata e prolungata per almeno tre giorni, congiuntivite, eruzioni cutanee, gonfiore e/o arrossamento delle mani e dei piedi, che se non diagnosticata in tempo può anche portare all’infarto.
Tra le vittime di questa malattia troviamo principalmente i bambini che non hanno ancora compiuto i 5 anni di età, con un picco verso i 2 anni, colpiti in particolar modo nei mesi primaverili ed invernali.
I sintomi
- febbre molto elevata (40-41 °C) per almeno 3 giorni, resistente al trattamento antibiotico e ai farmaci antipiretici
- congiuntivite bilaterale senza secrezione purulenta
- manifestazioni a carico delle labbra, che si presentano caratteristicamente secche e arrossate, e della mucosa orale, con lingua di color fragola o addirittura violacea
- manifestazioni a carico delle estremità con edema dei piedi e/o delle mani cui fa seguito, durante la seconda settimana di malattia, una caratteristica desquamazione lamellare delle dita delle mani e dei piedi, a partenza dalla regione intorno alle unghie
- ingrossamento dei linfonodi del collo, che appaiono di diametro superiore al centimetro e mezzo, di consistenza dura, lievemente dolenti alla palpazione
- rossori cutanei che possono avere caratteristiche diverse, simili a quelle del morbillo o della scarlattina o dell’orticaria, con distribuzione sul tronco, sugli arti e nella zona addominale e inguinale.
È importante che il bambino con questi sintomi venga rapidamente valutato dal pediatra e portato in ospedale per effettuare gli accertamenti clinici e laboratoristici. L’appropriatezza e la tempestività della diagnosi incidono in modo considerevole sulla prognosi.
Il primario della Pediatria del Sant’Anna, Angelo Selicorni, comunque rassicura: “Nessuna paura e nessun allarme. I genitori devono essere attenti a monitorare una serie di campanelli d’allarme che i pediatri di famiglia ben conoscono”.
Sul possibile legame tra coronavirus e la suddetta sindrome, stanno indagando da mesi gli scienziati e, in particolar modo, il reparto di Pediatria dell’ospedale di Bergamo. Lo studio ha analizzato 10 casi di bambini con sintomi compatibili con una diagnosi di malattia di Kawasaki arrivati al Papa Giovanni XXIII tra il 1 marzo e il 20 aprile 2020. Nei 5 anni precedenti questa malattia era stata diagnosticata in soli 19 bambini.
Altre pubblicazioni scientifiche descrivono una sindrome infiammatoria acuta multisistemica in età pediatrica e adolescenziale, associata a positività per il SARS-CoV-2 o presenza di anticorpi anti SARS-CoV-2.
Sulla delicata questione si è espresso anche l’Istituto Superiore di Sanità, che ha illustrato e pubblicato i risultati del suo studio “Indicazioni ad interim su malattia di Kawasaki e sindrome infiammatoria acuta multisistemica in età pediatrica e adolescenziale nell’attuale scenario emergenziale da infezione da SARS-CoV-2”. (leggi qui).
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