Sindrome da alimentazione notturna, cos’è e come si cura
Vi siete mai alzati di notte per cercare qualcosa di buono da mangiare? E’ un disturbo abbastanza diffuso, potrebbe trattarsi di Sindrome da alimentazione notturna
Nigt Eating Syndrome (NES) è il nome inglese della Sindrome da Alimentazione notturna, descritta nel 1955 dal Professor Albert Stunkard. Si tratta di un disturbo caratterizzata da diversi sintomi, che fanno riferimento sia alle abitudini alimentare che allo stato di salute psichico delle persone.
I SINTOMI
- Inappetenza alla mattina: si tende a saltare anche la prima colazione
- Scarso appetito durante l’arco della giornata
- Insonnia o disturbi durante il sonno
- Iperfagia serale: aumento della sensazione di fame durante la sera
- difficoltà ad addormentarsi e necessità di mangiare prima di addormentarsi
- risvegli notturni con necessità di mangiare per riuscire a riaddormentarsi
- presenza di una condizione di depressione o stress.
Secondo Stunkard la sindrome diventa patologica quando è continuativa e quindi dura per più di un mese.
Stando a quanto riportato sui testi scientifici, la sindrome sembrerebbe comunque abbastanza diffusa: si stima colpisca circa il 2% della popolazione generale (Rande et al.1997), il 9% dei soggetti obesi (di cui il 60% donne ed il 40% uomini), e il 27% dei pazienti fortemente obesi.
Riguardo la situazione italiana, però, non ci sono però stime precise.
NES COME DISTURBO ALIMENTARE E PSICOLOGICO
Da qualche anno la NES è stata riconosciuta come disturbo autonomo e rientra nei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione.
Tuttavia, la sindrome da alimentazione notturna si può associare ad altri disturbi alimentari, come il BED, il disturbo da alimentazione incontrollata, o la Bulimia nervosa (BN): infatti la percentuale di NES si alza tra il 5% e il 44% (Stunkard et al., 1996).
Quando si parla di NES però si fa riferimento anche a disturbi di tipo psicologico: depressione, disturbi d’ansia e abuso di sostanze.
La sindrome sembrerebbe avere un legame stretto con lo stress: il soggetto che ne soffre subisce un’inversione del ritmo ormonale fra notte e giorno, che porta ad un crollo repentino dell’umore durante i risvegli notturni. Questo sarebbe il collegamento tra fame, risvegli e depressione.
I soggetti affetti da NES si svegliano durante il sonno con lo stimolo della fame: sono alla ricerca di qualcosa che possa saziare le loro voglie, convinti di non riuscire più a dormire se prima non si cibassero di qualcosa. Quello che cercano, solitamente, sono spuntini rapidi, quindi carboidrati e proteine perlopiù, trovati nel frigo o nella credenza.
CHE TERAPIA USARE?
Ad oggi, conoscendo e studiando alcuni casi di Sindrome da alimentazione notturna, si è capito che la terapia più efficace da utilizzare è quella di tipo psicologico, quindi un aiuto psicoterapeutico con un’impronta sui disturbi alimentari.
Bisogna rieducare il paziente alla buona alimentazione, quindi imparare a controllare l’assunzione dei cibi, cercando di modificare le abitudini alimentari.
In casi specifici è possibile utilizzare anche la farmacoterapia, sempre sotto consiglio medico.
ARTICOLO PRECEDENTE
ARTICOLO SUCCESSIVO
Salvini a Napoli, incontro con gli imprenditori partenopei da Marinella
Lascia un commento