4 Agosto 2015

Protesta a Marigliano: uomo si taglia le vene

La protesta dimenticata dei lavoratori di Marigliano

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Riprende la protesta al sito di ecoballe di Boscofangone, a Marigliano

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Tensione a mille, oggi, nel sito di ecoballe di Boscofangone, a Marigliano.

Uno degli undici lavoratori che da tre anni non percepisce gli stipendi, Salvatore Bottiglieri, è salito in cima alla collina di rifiuti e si è tagliato la vena del polso sinistro per protesta.

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La disperazione di Salvatore Bottiglieri sulla pila di ecoballe

“Dove sono i politici? Non ho niente da perdere, io”, avrebbe dichiarato l’uomo dopo aver salito la scaletta in preda allo sconforto, “Ci hanno condannato a morire. Ma come si vive senza soldi? Ci hanno ridotto all’elemosina

Poi, con un gesto repentino, l’ha tirata su per impedire ai colleghi di raggiungerlo e si è ferito.

“Pensavate che ero stupido, ha urlato, “Mi avevate tolto il taglierino. Ma ho un coltello con me, qui se non ci scappa il morto nessuno vi aiuterà”.

Intervento tempestivo dei soccorsi, invocanti d’urgenza dal sindaco Antonio Carpino e dal consigliere del M5S Francesco Capasso, ma Salvatore non sembrava avere alcuna intenzione di cambiare idea, visto che ha gettato via l’acqua ed un ombrello mandatogli su dai colleghi per proteggersi dal sole e dalla calura.

Passano ben sei ore e la protesta continua, con la temperatura esterna che intanto sfiora i 40 gradi, ma inutili sono gli inviti del liquidatore del Consorzio Antonio Ventrigli, a scendere.

“Da qui non me ne vado se non vedo gli stipendi in banca. Anzi, mi recido anche la carotide, guardate che non scherzo”, ha urlato il Bottiglieri puntandosi il coltello alla gola.

Dovrebbero guadagnare 1350 euro al mese, e lavorano anche di notte, in zone pericolose e al buio come quelle della periferia di Polvica di Nola. Molti hanno anche contratto dei debiti, divenuti ormai necessari per acquistare persino beni di prima necessità, perché i risparmi li hanno già bruciati tutti.

Salvatore non è nuovo a gesti del genere: già ad aprile tentò la stessa sortita e si ricoprì di benzina minacciando di darsi fuoco. Alla fine fu costretto a scendere solo per l’aggravarsi del suo stato di salute.

Adesso ci ha riprovato, in maniera plateale.

Noi gli daremo voce, nella speranza che i politici della “volta buona” si accorgano di chi sta morendo…di fame!

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