Sequestrata azienda a Pompei per inquinamento ambientale
Sequestrata azienda a Pompei: disperdeva nel sottosuolo acque reflue inquinate, la scoperta dei Carabinieri della Tutela Ambientale di Napoli
Sequestrata azienda a Pompei – I Carabinieri del gruppo Tutela Ambientale di Napoli hanno sequestrato la società Superplastik di Pompei. Il provvedimento è stato eseguito su richiesta della Procura della Repubblica di Torre Annunziata.
La “Superplastik” di Pompei è un’azienda operante nel settore della produzione/lavorazione e successiva verniciatura delle plastiche. Gli inquirenti contestano alla società napoletana i reati di inquinamento ambientale e scarico abusivo di reflui industriali.
Sequestrata azienda a Pompei: un attentato all’ambiente
Dagli accertamenti del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri, con la collaborazione dell’Arpac, è infatti emerso che l’azienda violava le norme ambientali in materia di gestione e scarico dei rifiuti.
Gli inquirenti hanno appurato che le acque di dilavamento dei piazzali, dove erano abusivamente stoccate vernici coloranti e varie tipologie di rifiuti, confluivano in alcune griglie di raccolta. La destinazione finale delle griglie era costituita da due pozzi che disperdevano direttamente nel sottosuolo.
Le analisi dell’Arpac hanno dimostrato che le acque reflue presentavano elevate concentrazioni di idrocarburi pesanti, che confluivano nel fiume Sarno e indi in mare.
Già durante controlli precedenti erano emerse violazioni ambientali notificate al titolare della ditta. Tuttavia, costui ha fatto finta di niente, dimostrando un’assoluta mancanza di sensibilità per la tutela dell’ambiente.
La maxi operazione per ripulire il fiume Sarno
Sequestrata azienda a Pompei – Il provvedimento cautelare si inserisce nell’ambito di una più ampia e articolata attività investigativa coordinata dal procuratore della Repubblica di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso.
L’indagine in questione è finalizzata ad accertare e a rimuovere le cause dell’inquinamento del fiume Sarno e dei suoi affluenti. L’inchiesta ha per oggetto le aziende ubicate nel territorio del bacino idrografico del corso d’acqua. Lo scopo è quello di individuare gli scarichi abusivi dei reflui industriali recapitanti direttamente e indirettamente nel fiume Sarno e interrompere le attività illecite che influiscono sullo stato di salute di tale corso d’acqua.
Le indagini finora hanno portato all’effettuazione di 298 controlli, dei quali 158 con esito di non conformità. Gli inquirenti hanno emanato ben 46 provvedimenti di sequestro, totale o parziale, di aziende o di impianti produttivi. A ciò si aggiungono: 29 sanzioni amministrative, la denuncia in stato di libertà di 171 persone e l’arresto di 2 persone per una pluralità di reati in materia ambientale.
Gli accertamenti, che si sono concentrati sull’intero bacino idrografico del fiume Sarno, hanno visto anche la collaborazione delle procure di Avellino e Nocera Inferiore. Dunque, in totale si contano: 535 controlli (279 dei quali con esiti di irregolarità), 90 sequestri, 84 sanzioni amministrative, 312 denunce. Inoltre, sette persone sono finite in manette per una pluralità di reati ambientali.
Fonte: RaiNews
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