Sentenza Filippo Turetta: le lucide parole di Elena Cecchettin
''Giulia è stata uccisa non solo dalla mano violenta ma anche dalla giustificazione e dal menefreghismo''
SENTENZA FILIPPO TURETTA-Messaggi su messaggi, quasi 300 al giorno, secondo le parole della stessa Giulia, ”sono tutti metodi ossessivi che tu metti in pratica per controllarmi e a me fanno paura”. Eppure malgrado questa evidente realtà dei fatti, andata avanti fino al 9 novembre 2023, due giorni prima del delitto, la corte non ha riconosciuto le aggravanti di stalking e crudeltà.
Durante il suo ultimo sfogo infatti, Giulia ha palesato espressamente il suo stato di angoscia. ”Guardi quando vado a dormire, quanto tempo sto online, mi chiedi se sto scrivendo con qualcuno in base a quanto tempo sto online.
Questa incessante e ossessiva smania di controllo forse non è stata adeguatamente ponderata dalla Corte d’Assise di Venezia che ha condannato il 22enne studente padovano all’ergastolo per il delitto di Giulia Cecchettin. A questo proposito, Elena Cecchettin, sorella della vittima, che si è sempre esposta riguardo la tragedia che ha colpito la sua famiglia, ha parlato di mancanza di rispetto.
”Il non riconoscimento dello stalking è una mancanza di rispetto anche della famiglia della vittima e l’ennesima conferma che alle istituzioni non importa nulla delle donne. Giulia è stata uccisa non solo dalla mano violenta ma anche dalla giustificazione e dal menefreghismo”.
Si dovranno aspettare 90 giorni per conoscere le motivazioni della sentenza.
Sentenza Filippo Turetta: l’avvocato della difesa Giovanni Caruso
Giovanni Caruso ieri ha ricevuto una busta anonima con tre proiettili in studio. Secondo le motivazioni da lui discusse durante l’arringa, per quanto Filippo Turetta fosse indiscutibilmente ossessionato da Giulia, i comportamenti molesti riflettono tre conseguenze sulla vittima. Grave stato di ansia o di paura, timore per la propria o l’altrui incolumità e il cambiamento delle proprie abitudini di vita. Nessuno di questi è stato individuato.
”Giulia ci esce, vanno insieme ai concerti, è lei stessa a chiedergli di accompagnarla alla Nave de Vero l’ultimo tragico giorno. Certo, lo fa perché è una persona meravigliosa, perché ha una grande umanità, ma non ha paura”.
FONTE: Corriere della Sera
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