27 Novembre 2020

Scuole: regioni contro Azzolina, si riapre dopo la befana

scuole

CORONAVIRUS

Le regioni chiedono la riapertura delle scuole dopo le festività natalizie remando contro la ministra Azzolina

Nella riunione della Conferenza Stato-regioni, convocata in vista del prossimo decreto che conterrà le misure da attuare dal 4 dicembre, le regioni e i sindaci remano contro Azzolina.Sono stati loro, ora a chiedere la DAD sino a dopo le vacanze di Natale.

Come riporta Il Mattino, a questa conferenza, fatta rigorosamente a distanza, hanno preso parte il commissario Domenico Arcuri, attualmente commissario straordinario per l’emergenza covid, il ministro della Salute Roberto Speranza, il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli e il presidente dell’Anci Antonio De Caro.

Poi ancora vari i presidenti delle regioni tra cui Giovanni Toti, presidente della Liguria, che ha discusso con i colleghi degli eventuali rischi che si corrono riaprendo le scuole prima delle festività natalizie tra cui quello di dover poi mettere in isolamento gli eventuali positivi, proprio a Natale.

Il laziale Zingaretti, ha, prontamente, più volte ripetuto che la decisione non spetta di certo ai politici, bensì ai virologi.

Nuovamente Toti, è intervenuto, in veste di vicepresidente della Conferenza regionale, per affermare che unanimamente le regioni hanno ritenuto opportuno suggerire al governo di prorogare al 7 gennaio la riapertura scolastica. E il governo pare accogliere di buon grado la richiesta del rientro in classe, dopo l’epifania.

Contrari a questa richiesta invece sono i 5S che difendono Azzolina, ministra all’istruzione, che si sta da giorni battendo per tenere gli istituti aperti, essendo l’Italia l’unico paese europeo con gli istituti scolastici chiusi.

Molti i ragazzi che sui social le hanno posto quesiti in merito all’incertezza sul se tornare o meno tra i banchi e nel rispondere ad essi, la ministra ha ribadito: “Sto lavorando per riportarvi quanto prima a scuola. È importante farlo. Serve prudenza, dobbiamo essere cauti e fare delle scelte. Credo che la scuola sia la priorità del Paese, ne va del vostro futuro”. 

Tra le altre richieste messe a punto dai presidenti di regioni vi è la chiusura delle frontiere nel caso non si riaprissero gli impianti sciistici e a proposito di ciò Boccia ha affermato: «riapriranno quando l’epidemia si sarà raffreddata. Speriamo nel giro di un mese, un mese e mezzo. I ristori saranno garantiti per tutte le attività che non potranno aprire».

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