11 Gennaio 2022

Scuole in Campania, si torna in presenza: il commento di De Luca

Scuole in Campania

Scuole in Campania

Scuole in Campania, sospesa l’ordinanza di De Luca e riprendono le lezioni in presenza. Il governatore dichiara: “noi da sempre seguiamo una linea diversa”

SCUOLE IN CAMPANIA – Le scuole in Campania riaprono dopo la sospensione da parte del TAR dell’ordinanza del presidente della regione Vincenzo De Luca. Molti genitori tirano un respiro di sollievo, pochi invece quelli dispiaciuti. A supporto di questi ultimi, come sempre, il presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca. Secondo quanto riportato dai colleghi di LaPresse, il governatore ha dichiarato: “Oggi avremo bambini senza mascherine perché le FFP2 non sono arrivate e mi dicono che sono costretti a stare in classe con le porte aperte”.

“Ho la sensazione però che saremo chiamati tutti quanti a dire da qui al presidente della Repubblica che in Italia va tutto bene, che l’economia gira, che le scuole sono aperte e che viviamo nel migliore dei mondi possibili. Io penso che la lettura debba essere un po’ meno pacificata e un po’ più ragionevole” – ha aggiunto poi il governatore De Luca.

Il Presidente Vincenzo De Luca, riferendosi con tono critico al premier Mario Draghi, ha poi dichiarato: “Ha parlato per mezz’ora insieme con il ministro della Pubblica Istruzione contro la didattica a distanza generalizzata che non ha chiesto nessuno in Italia. Ha scelto un obiettivo di comodo: parlare per mezz’ora candidandosi anche lui a iscriversi nel club degli sfondatori di porte aperte, chi gliel’ha chiesta la didattica a distanza? Così come ho trovato sconveniente che non ci sia stata una risposta di merito al problema limitato posto dalla Regione Campania: due settimane di respiro, limitate alle elementari e alle medie, per organizzarsi al meglio”.

Il commento del Presidente De Luca: “noi da sempre seguiamo una linea diversa”

Il governatore ha infine concluso dicendo: “Credo che non sia obbligata una ragione ad aspettare di arrivare prima in zona rossa, cioè prima alla drammatizzazione del contagio, per prendere misure preventive. Noi da sempre seguiamo una linea diversa: le decisioni riteniamo che si debbano prendere prima che sia esploso il problema, non quando è esploso”.

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