16 Settembre 2020

Scuola: intervista al dirigente scolastico Istituto comprensivo Bracco

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Dario Spagnuolo ci ha aperto le porte della Scuola Bracco di Soccavo e ci ha spiegato quali sono le difficoltà di un istituto comprensivo durante la pandemia

SCUOLA – Oggi abbiamo ascoltato Dario Spagnuolo, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo Bracco di Soccavo, il quale ci ha spiegato le difficoltà della sua scuola riscontrate in questo periodo caratterizzato dal problema covid-19.

Ecco l’intervista:

Come la scuola Bracco ha reagito alla pandemia? Eravate pronti ad una didattica online. Gli studenti hanno accettato di buon grado questo tipo di istruzione?

“Nessuno era pronto alla pandemia, mediamente ne viene una ogni 100 anni e quindi non eravamo pronti, come tutti. Abbiamo reagito molto bene, il corpo docente e tutto il personale è stato eccezionale, eccellente, con tutti gli strumenti possibili e immaginabili ha raggiunto famiglie e alunni. In qualche modo l’anno si è salvata con la didattica a distanza. Poi consideriamo che questo è un istituto comprensivo, con infanzia, elementari e medie, e questo significa che con l’infanzia è stata difficilissima la dad, con la primaria un po’ più facile, mentre con le medie siamo andati decisamente bene, anche gli esami”.

scuolaPassato il lockdown sono stati fatti passi in avanti? La ministra Azzolina ha lavorato bene? Ci sono le condizioni per una riapertura in sicurezza delle scuole?

“Io condivido il pensiero che il rischio zero non esiste, ne abbiamo le prove in questi giorni con il moltiplicarsi dei contagi. La Ministra Azzolina difficilmente poteva fare meglio, io sfido chiunque a fare meglio di quello che ha fatto lei. E’ anche vero che da oltre 30 anni si litighi molto e questo non aiuta perchè spesso i provvedimenti sono incoerenti, tardivi, non ragionati benissimo, ma non solo per la pandemia, dovuto a un gioco politico del rimproverarsi reciprocamente che non aiuta i cittadini e non fa l’interesse dei cittadini.

Le scuole sono luoghi a rischio per il grande assembramento di persone e perchè sono state  costruite secondo criteri che non tenevano conto della pandemia, quindi quello che viene richiesto difficilmente può essere mantenuto, quindi si vanno utilizzando dei protocolli costrittivi che, in luoghi dove si insegna la libertà, nelle scuole, diventa un problema.

Abbiamo ricalcolato la capienza delle aule: su 717 alunni 120 potrebbero restare fuori se dovessimo fare entrare solo quelli a parametro covid. Abbiamo sanificato, pulito, comprato gel, visiere, mascherine per i lavoratori. Abbiamo diversificato l’ingresso per punti di accesso.

Noi partiremo con i doppi turni perchè per arrivare al risultato non bisogna essere superficiali: la superficialità può portarci a un danno maggiore. Gli alunni devono imparare a usare il protocollo”.

Il presidente della Regione ha ritardato la ripresa al 24 settembre e ha stanziato 3000 euro per l’acquisto dei termoscanner e delle pistole per la rilevazione della temperatura. Cosa ne pensa, è giusto che sia la scuola ad avere questo compito?

“Capisco il ragionamento di De Luca ma vedendo i dati del CTS è difficilmente condivisibile: visto che la decisione è arrivata tardi, non abbiamo ancora i termoscanner per fare il controllo della temperatura all’ingresso. E’ un ritardo generalizzato.Ho rischiesto anche banchi più piccoli ma non sono ancora arrivati. Sono arrivate 2000 mascherine ma ad agosto. C’è una difficoltà enorme in tutto il Paese. 

Bisogna responsabilizzare le famiglie, partire dal buon senso delle famiglie”.

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