20 Maggio 2020

Scandalo carceri, i tablet usati per chat pornografiche

Immagine di repertorio

evade dal carcere

La Sappe denuncia: i tablet e i computer messi a disposizione per i detenuti utilizzati per chat pornografiche

Nel carcere minorile di Airola – a Benevento – assistiamo ad uno scandalo senza precedenti. I computer ed i tablet messi a disposizione dal Ministero della Giustizia per ovviare alla sospensione dei colloqui, utilizzati per le chat pornografiche. Non solo, i detenuti hanno inviato delle loro foto anche ad alcuni canali televisivi locali. È la SAPPE (Sindacato di Polizia Penitenziaria) a denunciarlo.

«È successo» – denuncia Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria«perché, ed è veramente grave ed assurdo, gli apparati tecnologici forniti alla Direzione per effettuare questi colloqui non erano stati bloccati proprio ad usi illeciti, come questo. La situazione nel carcere minorile di Airola ormai è fuori controllo: e questo anche a causa della mancanza di un direttore in pianta stabile.»

«Quotidianamente, solo grazie a esperienza e professionalità» – dice Capece, lodando il personale di Polizia Penitenziaria – «la Polizia Penitenziaria riesce a prevenire e reprimere reati d’ogni genere, che si verificano all’intero degli istituti

«Nella maggior parte degli istituti penitenziari» – dice ancora Capece – «si stanno adottando misure di sicurezza basate sulla dinamicità e sulla videosorveglianza. Non ci sono telecamere e altri sistemi di sicurezza che possano intervenire e sostituire la professionalità della Polizia Penitenziaria».

Capece, infine, spiega che ciò che è accaduto ad Airola dimostra che la tensione che caratterizza le carceri è costante. Le carceri possono essere più sicure assumendo gli Agenti di Polizia Penitenziaria che mancano o finanziando interventi di sicurezza interna. I body scanner, ad esempio, potrebbero aiutare in termini di prevenzione circa l’introduzione di materiale illecito nelle carceri.

 

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