Saviano si indegna interviene sull’argomento bambini-pusher
Saviano si indegna e interviene sull’argomento bambini-pusher. “Napoli è ‘na carta sporca dove lo sporco è coperto dal fiume di turisti”
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Lo scrittore Roberto Saviano ha deciso di intervenire sull’argomento “bambini-pusher” venuto a galla in questi giorni. Questi bambini venivano utilizzati da persone più grandi per poter portare a termine i loro sporchi affari. In questo giro illegale di minori costretti a dover spacciare, sono state arrestate ben 45 persone.
Saviano, indignato da quanto successo, dichiara che tale orrore è stato possibile poiché tutto viene coperto dal fatto che la bella città partenopee risulta essere una delle mete turistiche più ambite d’Italia. Dunque, come si suol dire, l’ingente quantità di turisti butta “fumo negli occhi” e distorce l’attenzione da tutto il resto. Saviano ha dichiarato sul quotidiano La Repubblica:
Questa è la storia vera di bambini che imbustano droga e la vendono. Bambini napoletani che non vivono in squallide periferie, in sordidi casermoni, ma nella parte più bella della città. Quella del teatro lirico più prestigioso d’Italia all’occorrenza succursale del San Paolo“. Napoli ora è cambiata, Napoli e un’altra storia, Napoli è ‘na carta sporca dove lo sporco è coperto dal fiume di turisti. Napoli ne è uscita, come i tossici che fingono di non farsi più e che invece si fanno di nascosto. Ma le occhiaie si vedono, il sorriso a denti stretti, cariati, sorriso finto, sofferente. Il sole illumina queste miserie.
Continua lo scrittore:
La camorra ha un’età media drammaticamente più bassa. Dice che quelli che dieci anni fa erano i manovali di camorra, inconsapevoli facchini per poche decine di euro, sono diventati capi o peggio, se bambini, sono stati inseriti nella catena di montaggio del business della droga, consapevoli fare carriera.
Poi, Saviano conclude dicendo che una soluzione c’è per poter risolvere tutto questo, ma soluzioni non del tutto convenzionali o tradizionali:
Le scuole aperte fino a tardi in aree come Napoli sono scelte ancora fragili: i maestri di strada e le molte associazioni, insieme ad alcuni preti coraggiosi, sono l’unica possibilità di alternativa in città, ma da soli non ce la fanno. È fondamentale che la scuola formi i ragazzi, che li prepari al lavoro. È fondamentale che la scuola invada, letteralmente, le vite dei bambini e delle famiglie napoletane. Bisogna tornare a discutere del fallimento continuo e totale di qualsiasi tipo di politica sociale in questi quartieri.
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