Sant’Anastasia, arrestato giudice di pace per truffa di falsi incidenti
Sant’Anastasia, arrestato giudice di pace per truffa di falsi incidenti costruiti ad arte. Rubati più di un milione e mezzo di euro
A Sant’Anastasia sono avvenute diverse truffe alle compagnie di assicurazione e al Fondo per le vittime della strada attraverso falsi incidenti.
Difatti, la polizia stradale di Roma, coordinata dalla procura della Repubblica e dalla polizia stradale di Napoli, ha eseguito 10 ordinanze di custodia cautelare per i reati di associazione a delinquere.
Reati finalizzati alla truffa alle assicurazioni e contro la fede pubblica e la pubblica amministrazione.
Come afferma ilFattovesuviano, l’ideatore di queste truffe è un avvocato del Foro di Avellino che, insieme ad alcuni colleghi, creava questi falsi sinistri.
C’ erano due modi per truffare:
1. Assumere attori che dovevano interpretare vari ruoli: chi la vittima dell’incidente, chi il testimone dell’accaduto.
Inoltre la finta vittima, dopo aver conferito il mandato all’avvocato, veniva accompagnata presso strutture sanitarie pubbliche, dove il medico complice stilava certificati che attestavano conseguenze traumatiche, post incidente, inesistenti.
Questi sinistri mai accaduti venivano rappresentati come incidenti con fuga, ovvero con un responsabile irreperibile. E proprio grazie a questa irreperibilità si otteneva un sostanzioso profitto.
2. Le radiografie: possedevano illegalmente radiografie da cui scaturivano le diagnosi di primo soccorso con lesioni compatibili al sinistro da loro creato. Così facendo l’avvocato inoltrava la richiesta risarcitoria al Fondo di garanzia per le Vittime della strada, aspettando poi di ricevere una congrua proposta economica di indennizzo.
Ad accorgersi delle truffe sono state le compagnie assicurative che ricevevano incidenti stradali molto simili.
Ed è proprio dalla denuncia delle compagnie assicurative e dal Fondo di garanzia per le vittime della strada che sono partite le indagini.
Indagini eseguite dalla procura della Repubblica di Napoli e dalla procura della Repubblica capitolina poiché è stato scoperto il coinvolgimento di un giudice di pace di Sant’Anastasia.
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