10 Ottobre 2020

Rubano reperti di Pompei ma li restituiscono: “portano sfortuna”

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Rubano reperti archeologici degli scavi di Pompei ma li riconsegnano indietro: “portano sfortuna, riprendeteveli”

Il titolare di un’agenzia di viaggio di Pompei si ritrova sulla scrivania un pacco con una biglietto anonimo, arrivato dal Canada: “portano sfortuna, riprendeteveli“. All’interno del pacco erano presenti dei reperti archeologici rubati tempo prima da Pompei. L’uomo li ha subito consegnati ai Carabinieri locali del Parco Archeologico. 

Nel pacco presenti anche due lettere, scritte in inglese. Lì la confessione di qualcuno che oltreoceano, raccontava di aver rubato dei reperti durante una visita agli scavi.

I pezzi erano due tessere di mosaico, un pezzo di ceramica e due pezzi di anfora. Da come spiegano le lettere, risalivano al 2005. Dopo quel furto, a quanto pare, la vita dei ladri era stata contrassegnata solo da “sfighe” ed eventi negativi. Da qui la decisione di rimandare a casa i pezzi “maledetti”.

Le lettere di scuse dal Canada

Queste le parole di una delle lettere, riportate dal quotidiano Repubblica:

«Ho preso alcuni tasselli quando ho visitato Pompei nel 2005. Ero giovane e stupida. Volevo avere un pezzo di storia che nessuno poteva avere. Non ho effettivamente pensato o realizzato cosa stessi prendendo. Ho preso un pezzo di storia cristallizzato nel tempo e che in esso ha tanta energia negativa. Persone sono morte in un modo così orribile e io ho preso tasselli legati a quella terra di distruzione. È da allora che la sfortuna ha giocato con me e la mia famiglia» – a parlare è Nicole – «Ora ho 36 anni e ho avuto il cancro al seno due volte, l’ultima volta finito in una doppia mastectomia. Io e la mia famiglia abbiamo anche avuto problemi finanziari. Siamo brave persone e non voglio passare questa maledizione alla mia famiglia o ai miei bambini. Per questo perdonatemi per il gesto fatto anni fa, ho imparato la lezione, sto chiedendo il perdono degli Dei. Voglio solo scrollarmi di dosso la maledizione ricaduta su di me e la mia famiglia. Per piacere accettate questi reperti così da fare la cosa giusta per l’errore che ho fatto. Mi dispiace tanto, un giorno tornerò nel vostro bellissimo paese per scusarmi di persona“.

Nel plico c’era anche un’altra lettera, sempre dal Canada e sempre di scuse per un altro furto. È scritta da Alastain e Kimberly G.: «Ciao, vi restituisco queste pietre che io e mia moglie abbiamo preso mentre visitavamo Pompei e il monte Vesuvio nel 2005. Le abbiamo prese senza pensare al dolore e alla sofferenza che queste povere anime hanno provato durante l’eruzione del Vesuvio e la morte terribile che hanno avuto. Siamo dispiaciuti e per piacere perdonateci per aver fatto questa terribile scelta! Possano le loro anime riposare in pace».

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