Raùl Albiol, ritratto a tutto tondo del difensore centrale azzurro
Raùl Albiol: gli inizi al Valencia, l’esperienza al Real Madrid e la definitiva maturazione a Napoli. Il suo rapporto con Sarri e con la città. Ritratto a tutto tondo del difensore centrale azzurro
Raùl Albiol, un nome che è garanzia di solidità per il reparto difensivo azzurro.
Approdato all’ombra del Vesuvio il 21 luglio 2013, grazie all’appeal internazionale dell’allora allenatore azzurro Rafa Benitez, oggi costituisce – insieme a Koulibaly – l’elemento chiave del muro difensivo partenopeo.
Classe, intelligenza tattica, capacità di gestione dei momenti delicati della partita ne fanno, infatti, uno dei giocatori più apprezzati da Maurizio Sarri.
Classe 1985, 82 kg per 190 cm di altezza, Albiol vanta 17 presenze nell’attuale Campionato su 22 partite disputate. Le 5 non disputate lo hanno visto fermo al box più per noie muscolari che per precisa scelta tattica del mister.
54 le palle recuperate, 11 i tiri in porta, 1 assist, 3 i gialli rimediati.
Attento e particolarmente votato all’impostazione del gioco, le azioni del Napoli di Sarri spesso partono proprio dai suoi piedi.
Abile nel gioco aereo e nella marcatura a zona, sotto la guida dell’allenatore tosco-napoletano sta vivendo gli anni della sua completa maturazione.
Nato a Vilamarxant il 4 settembre del 1985, Raùl inizia a giocare in due club locali ma già prima del compimento del decimo anno di età viene reclutato nella squadra più importante della zona, il Valencia.
Nell’agosto del 2004, mentre raggiungeva il Getafe, dove avrebbe dovuto andare in prestito, il difensore viene coinvolto in un grave incidente con la propria auto.
Portato in rianimazione, subisce l’asportazione della milza.
Tornato a calcare i campi da gioco nel gennaio 2005, contribuisce alla conquista della salvezza del Getafe a fine stagione e si fa notare per la rete segnata nel derby contro il Real Madrid.
Tornato al Valencia e rimasto tra le sua fila per 4 anni, viene acquistato il 25 giugno del 2009 dal Real Madrid.
Ed è proprio al Real che la sua carriera vive alterne vicende: titolare inamovibile per tutto il 2009, la stagione successiva sotto la guida di Mourinho diventa riserva di Ricardo Carvalho, nuovo acquisto del club.
Il 21 luglio 2013 viene acquistato dal Napoli, dove riabbraccia Rafael Benitez, suo allenatore ai tempi del Valencia.
Ed è proprio all’ombra del Vesuvio che Raùl tocca l’apice della sua maturazione professionale.
Qui, sotto la guida di Benitez prima e di Sarri adesso, si è imposto come uno dei difensori più talentuosi e granitici del Campionato di Serie A.
Di grande affetto il suo rapporto con la città partenopea: “È stato Benitez a portarmi a Napoli, e qui sto davvero benissimo. Un posto che ti resta dentro, perché l’affetto che mi hanno dato qui fin dal primo giorno è stato fantastico. Per capire Napoli ci vuole tempo. L’impatto può non essere semplice, ma poi respiri l’amore dei tifosi e di una città intera e diventa ancora più difficile andar via. Napoli ha un caos che ti colpisce, i napoletani hanno una generosità unica“.
Un affetto così speciale, che il calciatore afferma di non aver mai chiesto al club di De Laurentiis la cessione: “Sono nato al Valencia, è normale che escano notizie su un interessamento del club spagnolo al mio cartellino. Quest’anno il mio ritorno in Spagna non si è concretizzato, ma personalmente non ho mai cercato di lasciare Napoli. Al contrario, qui sto bene: mi hanno dato tanta fiducia ed ho rinnovato da poco il contratto. I miei figli amano la città, il maschietto di 4 anni è nato qui e per lui casa è Napoli“.
Legato all’allenatore Maurizio Sarri da un rapporto di profonda stima, il difensore spagnolo ha affermato di rivedere in lui lo stesso approccio al calcio di Luis Aragonès.
“Ha tanta voglia di trionfare, ci piace la sua fame: con lui siamo cresciuti tanto. Il mister non ama le pause del Campionato: vorrebbe allenarci sempre. Lui non conosce pause, vive del e per il campo. Ci insegna cose a cui prima non davamo importanza: cura ogni minimo dettaglio della partita”.
“Mi ha colpito fin dal suo arrivo a Napoli: il fatto che venisse da un’esperienza lunga in serie inferiori e senza titoli, non conta. Sarri è il più forte allenatore in Europa, e noi giocatori lo abbiamo capito non appena ha cominciato a spiegarci la sua visione del calcio.
Il mister ci ha dato un’identità di gioco chiara, e noi ci divertiamo mentre giochiamo. Alla bellezza dei movimenti stiamo aggiungendo concretezza e cinismo, perché alla fine conta vincere”.
Vorrebbe restituire, come il compagno di reparto Koulibaly, qualcosa di bello ai napoletani: “Non siamo i favoriti nella lotta scudetto, non siamo la rosa più forte d’Italia. Quello che stiamo facendo lo dobbiamo al nostro gioco, all’applicazione del Mister e di tutti noi giocatori. Vincere a Napoli sarebbe un’impresa difficilissima ed indimenticabile. La mia felicità sarebbe quella di vedere i tifosi felici di tornare dopo tanti anni a vincere. Vincere qui avrebbe lo stesso effetto che vincere un Mondiale“.
Una storia d’amore, quella tra Raùl ed il Napoli, per la quale tutti i tifosi sognano un epilogo indimenticabile.
ARTICOLO PRECEDENTE
“Fuori Classe”: alla Feltrinelli una gara scolastica dedicata ai libri
ARTICOLO SUCCESSIVO
Museo della Memoria: a Pomigliano un Flash mob silenzioso e una petizione
Lascia un commento