27 Agosto 2024

Protesta chioschi, sit-in a Palazzo San Giacomo

Giovani

PROTESTA CHIOSCHI, SIT-IN A PALAZZO SAN GIACOMO

Giornata di protesta ieri in Piazza Municipio. È il secondo giorno di tensione dopo il sit-in di giovedì scorso. La richiesta resta sempre uguale: «Riaprite al più presto i nostri chioschi. È una questione anche di tenuta sociale». Sono ben diciannove le attività chiuse sul Lungomare di Mergellina.

La decisione era arrivata per conto della disposizione della Procura di Napoli, che ha stabilito l’intervento dei vigili urbani. Il grido d’allarme è unanime: «Non siamo criminali né abusivi , abbiamo sempre fatto fronte alle spese per poter essere in regola. Ci stanno apostrofando in ogni modo, non è giusto questo trattamento come riteniamo ingiusto questo stop».

Protesta chioschi: ecco le motivazioni della chiusura

Andiamo a comprendere le ragioni che hanno determinato la chiusura dei chioschi. Il 31 ottobre 2022 era scaduta la concessione di occupazione di suolo pubblico per la vendita stanziale. Questa problematica costringerebbe i gestori dei chioschi a vendere bibite e alimenti in itinere e non all’interno del chiosco.

Oltre cinquanta unità hanno manifestato il proprio dissenso nella piazza antistante la sede del Comune di Napoli. Il corteo era presidiato dalla Digos. L’intento dei presenti è quello di strappare una convocazione a Palazzo San Giacomo. Preoccupazione e ansia nelle parole dei manifestanti, che hanno timore di non avere le possibilità economiche per ottemperare alle spese per la famiglie. Chiaramente, c’è un altro problema: tutta la merce acquistata per il periodo estivo non è mai stata utilizzata.

Giovedì incontro con l’assessore al Commercio

Rabbia, paura, e anche un sit-in in condizioni di estremo disagio. Le temperature roventi scaldano anche gli animi dei presenti, che però riescono a raggiungere una piccola vittoria. Ci sarà un incontro giovedì pomeriggio alle ore 17:00 con l’assessore al commercio Teresa Amato e quello con delega alla Polizia Municipale, Antonio De Iesu.

Potrebbe realizzarsi la sospensiva da parte del Tar, in attesa che i gestori dei chioschi si regolarizzino. «Il Comune – aggiunge il legale Italo Spagnuolo Vigorito, come riportato a ‘Il Roma’ – ha rilasciato la concessione ai chioschi nei luoghi dove attualmente si trovano per vent’anni e poi gli ha dato accesso alle fognature, ha permesso l’allaccio alla corrente, all’acqua: come si fa a dire che sono autorizzati soltanto alla vendita itinerante?».

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