Processo Monteforte Irpino: sospesa l’udienza
Sospesa l’udienza del processo per la strage di Monteforte Irpino: tre anni fa un bus di pellegrini precipitò dal viadotto di Acqualonga
[ads1] Il processo di Monteforte Irpino, la tragedia che risale a tre anni fa oramai, quando un bus di pellegrini precipitò dall’autostrada Napoli-Bari all’altezza del viadotto di Acqualonga provocando la morte di 40 persone, continua in un clima teso e complicato.
In aula infatti, durante le arringhe dei difensori, i parenti delle vittime hanno cominciato ad inveire contro la parte opposta provocando l’interruzione dell’udienza in corso. Gli animi si sono animati durante l’intervento dei difensori di Lametta, il proprietario del bus precipitato dal viadotto, che ha richiesto il non luogo a procedere in modo tale che si riconoscerebbe la non sussistenza di reato e quindi l’improcedibilità dell’azione giudiziaria.
La protesta dei parenti delle vittime si è trasformata in bagarra sottolineando la gravità dei fatti e la morte di tante persone in pellegrinaggio. Il gup Giovan Francesco Fiore ha quindi sospeso l’udienza con rinvio al 14 marzo, in seguito ha tenuto un lungo colloquio con i familiari delle vittime affinchè si sedassero gli animi.
La tensione è rimasta alta in un processo che vede la contrapposizione netta tra vittime e il proprietario del bus Lametta, “avete ucciso mia moglie” grida fuori dal tribunale un marito disperato trovando la solidarietà degli altri parenti delle vittime coinvolti nel tragico incidente.
Un processo toccante, fatto di filmati, ricostruzioni dell’incidente, dove il dolore dei parenti si rinnova ad ogni udienza e in cui è complicato ripercorrere gli ultimi drammatici momenti dei loro cari: il pullman, secondo la ricostruzione realizzata dalla direzione centrale della Polizia Stradale, prima di cadere nel vuoto è rimasto per qualche secondo sull’orlo del precipizio e poi è crollato giù nella scarpata dopo un volo di 30 metri.
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