25 Febbraio 2017

Portici, parte il Progetto SFERA il 1 marzo a Villa Fernandes

villa Fernandes - Portici

Portici, la Cooperativa Shannara ha organizzato un convegno per il 1 marzo di presentazione e avvio del progetto SFERA.

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Si svolgerà a Villa Fernandes a Portici, in via Diaz 140, mercoledì 1 marzo alle ore 16,30, il convegno di presentazione ed avvio del progetto «S.F.E.R.A. – Supporti Formativi ed Educativi alle Reti di Accoglienza». Il progetto è cofinanziato dall’Unione Europea e dal Ministero dell’interno – Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione (Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione 2014-2020), ed è realizzato dalla Cooperativa Sociale Shannara Onlus (capofila) insieme alla Cooperativa Sociale Casba ed all’Associazione Nova Koinè, con il contributo del C.P.I.A. – Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti di Napoli Provincia 2.

Il progetto è destinato a stranieri extra UE regolarmente soggiornanti in Italia al fine del conseguimento di competenze linguistiche di livello A2, attraverso l’erogazione di moduli sperimentali didattici in area educazione civica, Codice della Strada e sicurezza stradale, salute e lavoro.

Con SFERA si mira a contrastare l’esclusione sociale dei soggetti più deboli, in particolare delle donne vittime di tratta e sfruttamento e delle donne single o con figli, dei minori stranieri non accompagnati fuori obbligo scolastico, degli adulti “analfabeti” che non abbiano conseguito alcuna attestazione linguistica utile al raggiungimento degli obiettivi prescritti nell’Accordo di integrazione per lo straniero di cui al D.P.R. 179/2011.

Al convegno prenderanno parte i rappresentanti degli enti istituzionali e del terzo settore coinvolti nel progetto che vede tra i partner istituzionali aderenti la Regione Campania, il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Campania, la Città Metropolitana di Napoli, ed il Comune di Portici, nonché gli enti di terzo settore Croce Rossa Comitato di Napoli, Associazione Arcipelago della Solidarietà, Associazione Un insieme di Culture, Associazione Senegalesi Napoli, Associazione Donne Somale, Associazione Baitul Zannat.

In merito abbiamo sentito la Presidente, Anna Schettini che riguardo il progetto ha dichiarato: «ConSchettini questo progetto si apre un nuovo capitolo nella storia della Cooperativa Shannara di Portici. Da anni ci occupiamo di accoglienza, e continueremo a farlo come ci piace a noi – sporcandoci le mani e mettendoci sempre in gioco – ora vogliamo fare di più e accompagnare attivamente le persone in un percorso di integrazione ed inclusione, affinché imparino la nostra lingua ed i diritti che vengono riconosciuti a chi arriva nel nostro Paese, ma anche i doveri di cittadinanza. Per il progetto SFERA abbiamo intrecciato le mani con quanti ci hanno aiutato nelle nostre comunità in questi anni, e ringrazio innanzitutto i partner di progetto, la Cooperativa Sociale Casba e l’Associazione Nova Koinè, con i mediatori culturali madrelingua che ci hanno permesso di capire i tanti problemi dei ragazzi che ospitiamo, e comprendere le difficoltà alla loro integrazione in Italia. Un grazie di cuore a Jomae, Omar, Patrick, Joy, a cui penso sempre con grande riconoscimento Vorrei sottolineare che parliamo di etnìe molto diverse, non solo di origine africana, come molti pensano quando si parla di migranti, ma anche, per esempio, di moldavi, cinesi, bengladesi, pachistani, indiani». In merito alla realizzazione di SFERA ha poi aggiunto: «Ringrazio la Regione Campania, la Città Metropolitana, il Comune di Portici, il Garante per l’Infanzia della Regione ed il CPIA Napoli Provincia 2, è stato grazie al loro apporto che abbiamo vinto questo progetto. Il nostro lavoro non è difficile ma a volte è reso difficile e complicato, è un lavoro che ti mette a contatto con realtà disagiate e tu devi cercare di risolvere o capire come fare, con le risorse presenti su quel territorio. Per questo senza il buon lavoro delle amministrazioni non si va da nessuna parte: e progetti come questo servono per sperimentare buone pratiche che potranno essere utilizzate da tutti. È un lavoro che io amo, come amo il territorio dove ho deciso di lavorare».

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