Policlinico di Napoli, 56enne con l’intestino perforato salvato con un robot che ricostruisce il colon
Policlinico di Napoli, intestino perforato, peritonite e febbre altissima. La storia di Antonio salvato con un robot che ricostruisce il colon
Arriva al Policlinico di Napoli con l’intestino perforato e viene salvato dai medici grazie ad un robot che ricostruisce il colon. Quella di Antonio Vasaturo, 56 anni, originario di Afragola è una storia di buona sanità che è iniziata alcuni mesi fa e si è felicemente conclusa nei giorni scorsi.
Il 56enne, che soffriva da anni di diverticolosi al colon, era a casa e da giorni accusava alcuni fastidi. Una sera si sente male, ha la febbre altissima e non riesce più a sopportare il dolore. I familiari allertano il 118 e l’uomo viene trasportato all’ospedale più vicino in codice rosso. La mattina dopo viene trasferito al Policlinico Federico II.
Secondo quanto riporta “Il Mattino”, Antonio arriva al Policlinico in condizioni critiche: intestino perforato, peritonite e febbre altissima. Occorre un intervento d’urgenza e ad eseguirlo è l’equipe di Marco Milone presso il Dipartimento di Gastroenterologia diretto da Giovanni D. De Palma.
“Una soluzione temporanea – dichiara Milone – che è servita a stabilizzare la situazione clinica. A seguito del graduale e costante miglioramento delle condizioni cliniche il paziente fu dimesso senza alcuna complicanza. Tuttavia a distanza di alcuni mesi dalla dimissione abbiamo deciso di ricostruire la continuità intestinale del paziente, permettendone il ritorno alle normali funzioni fisiologiche e una qualità di vita pressoché normale.”
I medici, infatti, decidono di eseguire un intervento chirurgico per ricostruire il colon: “Abbiamo deciso di eseguire per la prima volta nel Sud Italia – continua Milone – un complesso intervento di riconversione intestinale per via mini-invasiva con l’utilizzo del Robot, un approccio innovativo utilizzato attualmente soltanto in pochissimi centri il Italia e in Europa”.
La chirurgia robotica, fortunatamente, riduce i rischi di complicanze e garantisce importanti vantaggi per il paziente:
“Vedere i pazienti operati con il robot- conclude Milone– anche per complessi interventi chirurgici, bere, mangiare e camminare poche ore dopo l’uscita dalla sala operatoria anche in situazioni molto complesse è uno stimolo a fare sempre meglio”.
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