5 Marzo 2021

Pier Paolo Pasolini, oggi nasceva il noto scrittore e regista- ACCADDE OGGI

Pier Paolo Pasolini, il 5 marzo 1922 nasceva il poeta, scrittore e regista più controverso degli ultimi anni tra arte e impegno politico

Pier Paolo Pasolini nasceva esattamente il 5 febbraio di 99 anni fa per poi lasciare la sua impronta nel panorama ideologico e culturale italiano.

Scrittore, giornalista, poeta, regista e sceneggiatore, Pasolini ha colpito l’opinione pubblica dell’italia post-bellica con opere di denuncia e satira contro la morale corrente e il capitalismo sfrenato.

In seguito la sua figura è stata oggetto di critica tra pubblico e letterati, dall’affermazione di un nuovo genio artistico alle denunce per oscenità.

Pier Paolo Pasolini come poeta, tra poesia dialettale e impegno civile

Questo è quello che ci raccontano Giulio Ferroni nel suo volume Storia della letteratura italiana- dal novecento al nuovo millennio. Il docente di letteratura italiana all’Università la Sapienza di Roma ha analizzato la figura del poeta.

Nella raccolta Poesia a Casarsa (1942), il noto intellettuale usa i dialetti del Friuli per una poesia “che si collega così a quell’uso tutto lirico, non realistico del dialetto”, quest’ultimo riveste la funzione di “una lingua pura e lontana dalla banalità della lingua borghese”. Invece, nel caso delle Ceneri di Gramsci (1956), la lirica pasoliniana “mette in scena il drammatico colloquio con l’urna di Gramsci nel cimitero […] di Testaccio.”

Così tale linguaggio diventa il mezzo espressivo per parlare di un diario poetico di un nuovo tipo di intellettuale.

Il cinema, dal neorealismo alla denuncia dei costumi morali

Successivamente, Pasolini si rivolge al cinema grazie al suo ingresso nel neorealismo. Il cinema ha la possibilità (secondo gli editori Baldi e Giusso) di rappresentare “la realtà in modo analitico come una fotografia in movimento”.

Nei primi due esempi abbiamo Accattone (1961) e Mamma Roma (1962) dove viene descritta la situazione sociale ed economica della città di Roma del dopoguerra. Protagonisti sono i “borgatari“, i “ragazzi di vita cresciuti nelle borgate della capitale.”

Segue il film Uccellacci e uccellini con Totò e Ninetto Diavoli, uno stravagante duo seguito da un corvo parlante (doppiato da Francesco Leonetti) che rappresenta l’intellettuale di sinistra in quegli anni.

Negli anni settanta, Pasolini ci regala la sua “Trilogia della Vita” composta dal Decameron (1971), I Racconti di Canterbury (1972) e Il fiore delle Mille e una Notte (1974). Le tre grandi storie del canone letterario mondiale diventano spunto di riflessione sull’amore, sul sesso e sul corpo contro la morale dell’epoca.

Chiude la sua filmografia Salò o le 120 giornate di Sodoma del 1975, dove il terribile romanzo del marchese di de Sade diventa lo spunto per lo studio del sesso e della violenza fascista nella Repubblica di Salò. Presentato alla mostra del cinema di Venezia, il film fu oggetto di critiche da parte del pubblico per le sue scene di violenza e sesso “descritte come senza nessun freno”.

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