Dopo la movida del sabato sera, Piazza del Plebiscito si è svegliata invasa da rifiuti e cartacce. Due anziani volontari della basilica di San Francesco di Paola costretti a pulire

Napoli. Non è la prima volta – e purtroppo si ha l’impressione che non sarà neanche l’ultima – che Piazza del Plebiscito si risveglia invasa da rifiuti, cartacce e bottiglie. Uno spettacolo indecoroso e indegno, che non fa onore alla storia e alla magnificenza dell’ex Foro Regio. Le foto che questa mattina, pubblicate da Repubblica, hanno fatto il giro del web e non solo hanno sollevato l’indignazione generale per il grave deturpamento che la piazza, patrimonio storico e culturale della città, si trova spesso a subire.

È così, dunque, che è stata trovata questa mattina Piazza del Plebiscito: una distesa di cartacce e bottiglie – i resti di panini e bibite consumati dai ragazzi il sabato precedente – che avvolge il colonnato e le scale della basilica di San Francesco di Paola che campeggia la piazza. Le buste abbandonate hanno tutte il marchio di una nota catena di fast food.

In attesa degli addetti dell’ASIA (L’Azienda servizi di igiene ambientale del Comune di Napoli), ad effettuare le pulizie sono stati, prima che le funzioni religiose avessero inizio, due anziani volontari della basilica su invito del rettore padre Mario Savarese. Lo stesso Padre Savarese ha più volte segnalato l’abbandono di rifiuti in piazza e all’ingresso della chiesa.

Piazza del Plebiscito è uno dei luoghi più frequentati dalla movida partenopea. L’affascinante percorso dello slargo tra la piazza e l’imponente Palazzo Reale inevitabilmente attira un gran numero cittadini che passano ore di socialità e condivisione immersi in questo panorama straordinario. Un patrimonio storico, artistico e culturale che – anche in virtù di questo profondo legame con la città – andrebbe rispettato molto di più.

LEGGI ANCHE: CAMPANIA, 2 RAGAZZI TENTANO IL SUICIDIO. IPOTESI BLACK CHALLENGE

Seguici su Facebook. Clicca qui.
Seguici su Instagram. Clicca qui
Seguici su Twitter. Clicca qui.