Paul McCartney contro il governo italiano e Assomusica
Non le manda a dire l’artista britannico Paul McCartney che si scaglia contro il governo italiano e Assomusica dalla propria pagina Facebook
Parlare di Paul McCartney come un semplice cantante è riduttivo. Il britannico è un’artista a tutto tondo, cantautore, polistrumentista, compositore, produttore discografico e cinematografico, sceneggiatore, attore, pittore, poeta e scrittore. Un’artista completo a 360° ma anche un grande attivista. L’ex membro dei Beatles non le manda di certo a dire e sulla propria pagina Facebook si scaglia contro il governo italiano e Assomusica. Il perchè? Non accetta la decisione presa in Italia di non rimborsare gli spettatori per i live cancellati a causa del Coronavirus. In Italia, a differenza degli altri Paesi, si è scelto di consegnare dei voucher. Paul McCartney a tal proposito risulta essere amareggiato da questa tipologia di rimborso poiché i propri fan hanno pagato per vedere un preciso spettacolo, e non un altro.
Con il suo tour estivo Paul McCartney tracciava anche l’Italia con due tappe. Doveva esibirsi a Napoli proprio quest’oggi, mentre il 13 giugno al Lucca Summer Festival. Concerti che per ovvi motivi sono stati cancellati, ma i biglietti ai fan italiani non sono stati rimborsati. E’ questo il motivo per cui l’artista britannico ha pubblicato un post sulla propria pagina Facebook interamente in italiano per dire la sua al riguardo.
Ecco le parole di Paul McCartney nelò post:
«È veramente scandaloso che coloro che hanno pagato un biglietto per uno show non possano riavere i loro soldi.
Senza i fan non ci sarebbe musica dal vivo. Siamo fortemente in disaccordo con ciò che il governo italiano e Assomusica hanno fatto.
A tutti i fan degli altri Paesi che avremmo visitato quest’estate è stato offerto il rimborso completo. L’organizzatore italiano dei nostri spettacoli ed i legislatori italiani devono fare la cosa giusta in questo caso.
Siamo tutti estremamente dispiaciuti del fatto che gli spettacoli non possano avvenire ma questo è un vero insulto per i fan.»
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