Partenopei, attenti alla testa
I partenopei vincono ancora. Battuta 4 a 2 la Sampdoria di Montella. Partita che ha detto molto sull’avventura azzurra in questo campionato
[ads1] Attento alla testa, dicevamo, perché la trasferta al Ferraris ha rivelato, definitivamente, che il vero avversario degli azzurri, sono proprio i partenopei.
Si sono riviste alcune delle vecchie amnesie difensive, cosa che lo stesso Sarri ha sottolineato a fine partita. Il tecnico del Napoli è parso alquanto contrariato nelle interviste del dopo gara. Da un lato c’è la voglia di tenere tutti sulla corda, di mantenere i piedi per terra, dall’altra la sincera constatazione che gli azzurri non hanno mai veramente chiuso la gara, se non dopo il definitivo gol di Mertens.
Anche in inferiorità numerica, la Sampdoria è riuscita a tornare sempre in partita, complici i difensori azzurri, Reina compreso, che non sono sembrati attenti come in altre occasioni. Il primo goal dei Doriani è arrivato su contropiede, il Napoli vinceva 2 a 0, e non è possibile dare, agli avversari, la possibilità di riaprire la gara a pochi minuti dall’intervallo perdendo palla a centrocampo, con la difesa sguarnita.
È una questione di concentrazione, ma una squadra che vuole vincere il campionato, certi errori non li deve commettere mai.
Per lo stesso motivo arriva il secondo Goal della squadra di Montella, calcio d’angolo e nessuno che intervenga su Eder, che sul primo palo è libero di girare in porta.
In questa occasione in particolare, Reina è intervenuto in maniera goffa, può capitare, ma è chiaro che tutti, lui per primo, devono cercare di non avere questo tipo di amnesie.
In attacco le solite certezze, i partenopei siglano quattro reti, per Higuain la ventunesima in altrettante partite, ma proprio il Pipita, oggi, al di là del goal, è parso impreciso. Ne ha segnato uno, avrebbe potuto farne almeno altri due. Fa piacere registrare che Hamsik è al quarto centro nelle ultime cinque gare, da quando il suo allenatore lo ha spronato a migliorare questo parametro, lo slovacco non si è fatto pregare.
Questa trasferta ha quindi confermato la bellezza della manovra napoletana, talmente bella, che, certe volte, gli stessi interpreti si trovano a cercare con eccessiva insistenza il preziosismo.
Non è una critica, ma uno sprone a fare ancora meglio. Il Napoli ha margine di miglioramento e questa non può che essere una nota positiva, quando una squadra ha raggiunto l’apice della crescita, inevitabilmente cala. Il margine di crescita è rappresentato dalla necessità di trovare maggiore equilibrio all’interno delle fasi della gara. Quando il Napoli deve attaccare, non ha rivali, trova trame splendide, imprevedibili, ma quando deve gestire, quando è chiamato a rifiatare, certe volte va in difficoltà. In questo senso, forse è Jorginho che deve maturare, è lui che deve dettare i ritmi di gioco, che deve capire quando è necessario accelerare e quando invece, rallentare.
Intanto il Napoli, al di là di ogni possibile considerazione, resta prima in classifica, con la tanto blasonata e “concreta” Inter di Mancini che resta al palo, solo un pareggio interno contro il Carpi.
Ma, del resto, a farne sempre e solo uno, si rischia d’incappare in giornate come questa.
I tifosi adesso sperano in una Roma capace di fermare la Juventus, se poi questo dovesse significare che i capitolini possano rientrare nella corsa scudetto, ben venga la competizione, il Napoli non deve temere nessuno, il campionato è ancora lungo, certo, ma gli azzurri dimostrano, ogni domenica, di essere molto più che in corsa per la vittoria finale. Il Napoli ha un solo avversario, e porta la maglia azzurra e i calzoncini bianchi.
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