7 Giugno 2023

Omicidio Giulia, Don Patriciello alla suocera: “Tuo figlio non é un mostro”

fonte foto:rai

don patriciello giulia

OMICIDIO GIULIA, DON PATRICIELLO ALLA MAMMA DI ALESSANDRO: Il parroco di Caivano, Padre Maurizio Patriciello, ha scritto alla madre di Alessandro Impagnatiello, killer della sua compagna Giulia Tramontano.

La mamma del ragazzo in un’intervista alla domanda “Lei é la mamma di Alessandro”? ha risposto: “Purtroppo. Mio figlio é un mostro!”

OMICIDIO GIULIA, DON PATRICIELLO ALLA MAMMA DI ALESSANDRO: LA LETTERA STRAZIANTE

Don Maurizio, su Avvenire, secondo quanto riportato da Internapoli, ha rivolto una lettera straziante alla donna.

Le ha scritto: “La tragedia che ha sconvolto l’Italia supera sé stessa. Se almeno l’assassino fosse un folle, saremmo al riparo dalle sferzate di questa atrocità. Alessandro, però, non è un folle. Ma, allora, che cos’è? ‘Un mostro’ ha detto sua mamma insieme a tanti italiani. Comprendiamo il suo strazio, i sensi di colpa, la sua rabbia. Come i genitori di Giulia, però, anche lei non va lasciata sola. Eppure, Sabrina, tu non hai generato un mostro, tu hai messo al mondo un uomo. Un uomo mai cresciuto, che dalla bancarella della vita, calpestando gli altri, ha arraffato quanto più ha potuto, in modo lecito e illecito. Un bugiardo incapace di tenere a bada gli istinti, le pulsioni, le passioni. Un uomo che andava aiutato a vivere; che andava educato, non solo da te, ma dalla società che, sovente, abdica a questa sua altissima missione“.

Si é poi stretto al suo dolore e ha detto: “È difficile, lo so. Giulia e Thiago, purtroppo, non torneranno più. Per loro possiamo solo pregare. Per i futuri Thiago e Giulia, invece, possiamo ancora fare tanto. Se solo la smettiamo di essere ciechi, pigri, codardi. Di abdicare al faticoso e gioioso dovere dell’educare prima con l’esempio e solamente dopo con le parole. Fatti coraggio, sorella. Piangi tutte le tue lacrime, è tuo diritto. Continua a chiedere perdono a Giulia e alla sua famiglia, è tuo dovere e ti fa onore. Ma, appena puoi, corri da tuo figlio. Non dirgli niente, sa già tutto. È una persona distrutta, che soffoca in un imbuto senza aria e senza luce. Forza! Supera te stessa, gettagli le braccia al collo. Tienilo stretto a te, come quando, bambino, veniva a ficcarsi di notte nel tuo letto durante un temporale. Piangete insieme. Fagli luce, vaga nel buio più profondo. Si sente un Caino e lo è. Ma tu ricorda che, dopo la morte di Abele, Dio ordinò: «Nessuno tocchi Caino». Il Signore, oggi, ti chiede di affrontare le doglie di un nuovo parto, più doloroso, più angosciante. Accetta. China il capo e rispondi: « Eccomi!».”

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