17 Dicembre 2025

Omicidio Domenico Esposito: 24 anni al responsabile

Dopo la lettura della sentenza, le famiglie di imputato e vittima si sono "scambiate" parole pesanti

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La Corte d’Assise di Napoli ha pronunciato una sentenza di condanna nei confronti di un giovane vigilante per un omicidio avvenuto due anni fa nel napoletano. Il caso ha avuto ampia risonanza e ha scosso profondamente le famiglie coinvolte. Il 22enne Emanuele Michele De Luca ha ricevuto una condanna a 24 anni e 6 mesi di carcere per l’omicidio di Domenico Esposito. L’uomo, 28 anni di Acerra, è stato accoltellato a morte nel parcheggio del centro commerciale Vulcano Buono di Nola.

L’aggressione risale al 29 luglio 2023. Tutto è nato da una lite che inizialmente sembrava banale. Una gomma bucata sull’auto di Esposito. Secondo gli accertamenti, la lite non fu un semplice scambio di insulti, ma degenerò rapidamente fino all’utilizzo di un coltello da parte della guardia giurata. Anche il padre della vittima era presente durante la colluttazione.

La Procura aveva chiesto l’ergastolo, sostenendo che l’omicidio fosse volontario e aggravato da motivi futili e abietti. La difesa, invece, aveva provato a far emergere una versione diversa, chiedendo il riconoscimento dell’eccesso colposo di legittima difesa, l’esclusione delle aggravanti e l’applicazione di attenuanti generiche, il tutto finalizzato a una sensibile riduzione della pena. I giudici però non hanno accolto queste richieste, optando per una pena sostanziale, pur inferiore rispetto alla richiesta massima dell’accusa.

Omicidio Domenico Esposito: la dura reazione delle famiglie

La lettura della sentenza in aula ha generato un clima emotivamente carico. Le famiglie della vittima e dell’imputato si sono affrontate verbalmente, con espressioni di dolore e rabbia. In particolare, la madre di Esposito ha espresso la sua sofferenza, gridando che per lei non ci sarebbe mai stata giustizia: ”voi tra 24 anni riavrete vostro figlio, io il mio l’ho perso”. Per evitare ulteriori tensioni fisiche è stato necessario l’intervento degli agenti di polizia presenti in tribunale. Questo caso ha attirato l’attenzione dell’opinione pubblica sia per la causa apparentemente banale da cui è scaturita la tragedia, sia per la durezza della reazione delle persone coinvolte, ponendo al centro del dibattito questioni sulla responsabilità, la proporzionalità della violenza e il sistema di giustizia penale.

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